AUR - Agenzia Umbria Ricerche: "Disallineamento tra capitale umano e lavoro in Umbria. Una questione non solo femminile"
Il mercato del lavoro umbro sta riscontrando una evidente contraddizione: da un lato le imprese hanno difficoltà nel reperire profili adeguati, dall’altra l’occupazione umbra è sempre più istruita ma fatica a trovare un inserimento coerente nel sistema occupazionale locale.
A dominare la scena, però, è la componente femminile. In Umbria, infatti, il numero di donne laureate occupate cresce vertiginosamente, anche se questa maggiore occupazione non sempre si traduce in un adeguato riconoscimento delle loro competenze, come dimostrano la sovraistruzione e la maggiore precarietà rispetto ai propri colleghi uomini. E, soprattutto, il numero di occupate laureate umbre è più basso dei livelli del Centro Nord.
La centralità del titolo di studio per l’occupabilità (soprattutto) femminile
L’investimento nell’istruzione continua a rappresentare una leva decisiva per l’occupabilità, poiché all’aumentare il titolo di studio aumentano anche le probabilità di trovare lavoro e di trovare un lavoro di qualità, aspetto che vale ancora di più per le donne.
Occupazione femminile: crescita numerica, questione qualitativa
Nonostante la crescita dell’occupazione femminile sia in aumento, come già detto in precedenza, questa crescita non è circondata solo di aspetti positivi. L’incremento dell’occupazione femminile convive infatti con il persistere di elementi critici che limitano l’effettiva emancipazione professionale e sociale delle donne. Tra gli aspetti critici abbiamo: i contratti a termine e i contratti part-time che, sebbene non siano più imposti, comunque non sono una scelta del tutto libera ma influenzata dal mercato del lavoro stesso e dalla necessità di conciliare vita personale e lavorativa.
Fonte:
Agenzia Umbria Ricerche