Visita ai luoghi del Sagrantino docg e del Montefalco doc, una terra di vini eccellenti, di bellezze artistiche e paesaggistiche

Un autunno rosso carminio, a tratti fulvo e ramato, colora le vigne del Montefalco Sagrantino - il più noto tra i vini umbri - con un tripudio cromatico che veste i filari in attesa del gelo invernale, quando le viti nude e senza foglie cadono in "letargo". E allora, aspettando l'allegria di primavera, quando si torna a vivere la campagna con passeggiate, bici e trekking, non rimane che rifugiarsi negli incantevoli borghi medievali: Montefalco, Bevagna, Giano dell'Umbria, Castel Ritaldi, Gualdo Cattaneo. Sono i paesi del Montefalco Sagrantino DOCG, il re dei rossi umbri, piccoli centri di pochi migliaia di persone dove la vita scorre lenta, con alti livelli di qualità e buona tavola.

Montefalco è un comune rurale ricco di tesori artistici custoditi per secoli e valorizzati negli ultimi anni con restauri, mostre ed eventi. Il nucleo storico, in cima a una collina, è racchiuso dall’antica cinta muraria su cui si aprono cinque porte d’accesso – porta Sant’Agostino, porta della Rocca, porta Camiano, porta Federico II, porta San Leonardo – e due torri: quella del Verziere e il Torrione di Santa Chiara. La porta Sant’Agostino, la più grande, con torre merlata e affresco trecentesco sotto la volta (una Madonna in Maestà), immette su corso Mameli e da qui sale fino alla piazza del Comune. A metà salita troviamo la chiesa di omonima, ricostruita tra il 1279 e il 1285 e ampliata nel 1327 con l’aggiunta della navata minore sul lato destro. Custodisce affreschi di scuola umbro–senese dal Trecento al Seicento. Sulla piazza centrale fanno bella mostra importanti edifici: il palazzo comunale; il palazzo Bontadosi, oggi albergo; il teatro San Filippo Neri, ricavato nel 1895 in una chiesa più antica e l’oratorio di Santa Maria di Piazza, documentato dal XIII secolo, con affresco di Francesco Melanzio al suo interno. Dalla piazza, prendendo via Ringhiera Umbra si arriva – subito a destra – al Complesso museale di San Francesco, mentre proseguendo oltre porta della Rocca raggiungiamo il belvedere con vista panoramica su Foligno, Assisi e Perugia. Ecco perché Montefalco è detta anche “Ringhiera dell’Umbria”.

I TESORI DI SAN FRANCESCO

La chiesa di San Francesco conserva l’abside interamente affrescata nel 1452 dal fiorentino Benozzo Gozzoli con le Storie della vita del santo, pregevole ciclo pittorico restaurato da pochi anni. Tra le curiosità, un probabile riferimento al Sagrantino nella scena della mensa del cavaliere di Celano che ospita San Francesco: sulla tavola imbandita si scorgono due ampolle di vetro, una vuota l’altra piena, e il colore rubino del contenuto richiama proprio al nettare Sagrantino. Sempre in chiesa, ammiriamo il Crocifisso ligneo con croce a raggiera dorata della seconda metà del XVI secolo, riportato all’originario splendore da un recente restauro, mentre a destra della controfacciata l’Annunciazione, l’Eterno in gloria tra Angeli e la Natività del 1503, opera del Perugino. Infine, nelle cappelle laterali, altre opere di notevole valore: le Storie di San Girolamo, sempre del Gozzoli; la pinacoteca, e nei sotterranei, le antiche vasche di vinificazione dei francescani scoperte alcuni anni fa durante lavori di consolidamento (www.museodimontefalco.it).

BEVAGNA, BORGO TRA I PIU’BELLI D’ITALIA

Bevagna è un delizioso borgo dall’assetto urbanistico medievale  chiuso da una cinta muraria con torri e bastioni. Piazza Silvestri, il salotto buono della cittadina, ha un perimetro irregolare delimitato da palazzi e monumenti: il palazzo dei Consoli del 1270 ha un elegante prospetto con duplice ordine di bifore gotiche, e al suo interno ospita il teatro Torti del 1886, cui si accede da una scalinata esterna che permette di salire su un’ampia loggia coperta da volte a crociera. Si affacciano su piazza Silvestri anche le chiese di San Michele (XII – XIV sec.). Passeggiando su corso Matteotti fino a svoltare a sinistra in via Crescimbeni si raggiugono invece i resti di un tempio romano (II sec. d. C.) e, scendendo lungo un vicolo a sinistra, gli ambienti delle terme romane (II sec. d. C.), decorate da mosaici a tessere bianche e nere che riproducono figure del repertorio mitologico e ornamentale ispirato al mare e all’acqua. Risalendo su piazza Garibaldi si visita la chiesa di San Francesco con raffinato portale (XVI sec.), i resti di affreschi del XVI sec. e dipinti di artisti umbri come Dono Doni e Ascensidonio Spacca. Nei vicoli del borgo piccole botteghe tramandano le tradizioni artigianali. Grazie al circuito culturale dei mestieri medievali sono aperte in alcuni periodi dell’anno, come durante il Mercato delle Gaite, rievocazione storica che si svolge a giugno. (www.ilmercatodellegaite.it).

BIANCHI, ROSSI E SAGRANTINO

Questo territorio ricco d’arte e storia è celebre per il vino, il Montefalco Sagrantino Docg, prodotto con il vitigno autoctono sagrantino. Il territorio si caratterizza anche per alcune Doc: il Montefalco Rosso, da uvaggio di sangiovese, sagrantino e altre uve a bacca rossa in piccola percentuale; il Montefalco Bianco, da trebbiano spoletino per minimo 50% dell’uvaggio; e il Grechetto, da uve grechetto per minimo l’85%. Il re dei rossi umbri, il Sagrantino, ottenuto dall’omonimo vitigno in purezza, è un vino di struttura, ricco di polifenoli e tannini che ne determinano la longevità. Lo troviamo nelle due tipologie secco e passito, affinato almeno 33 mesi, di cui, per il “secco”, almeno 12 in botti di rovere. Il “passito” è ottenuto dalla spremitura di uve appassite su graticci per almeno due mesi: la fermentazione del mosto con le bucce dona un vino da meditazione, dolce e insieme asciutto grazie al suo corredo tannico.

IL SAGRANTINO A TAVOLA

Il Sagrantino secco è perfetto con carni rosse grigliate, al forno, brasate o stufate e con formaggi a pasta dura stagionati. In generale il tannino ben presente lo rende adatto a una cucina gustosa, dai sapori decisi e consistenza grassa. La versione passito lega piuttosto con pasticceria secca, come i tozzetti alle mandorle e le ciambelline al vino, le crostate di pasta frolla e frutta rossa, i cioccolati pregiati e la rocciata, una sfoglia umbra morbida e sottile arrotolata intorno a un ripieno di mele, fichi secchi, uva sultanina, noci, pinoli, cacao amaro, Alchermes, poi cotta in forno. Per la friabilità dell’impasto è importante che l’olio, usato per amalgamare il tutto, sia di qualità.

Quale scelta migliore di un prodotto locale? Nelle terre del Sagrantino si produce un extravergine di oliva della Dop Umbria Colli Martani, dalle cultivar moraiolo, frantoio, leccino e altre varietà che danno un condimento fruttato erbaceo mediamente intenso, l’amaro e il piccante ben bilanciati. E’ un olio che si fa apprezzare a crudo su insalate, verdure cotte, legumi, zuppe e carni grigliate, ma anche su bruschette di pane casareccio cotto in forno a legna. Anche le zuppe di legumi e cereali, lenticchie, fagioli, cicerchie, farro, sono piatti forti della tavola locale, oltre a primi di pasta fresca fatta a mano con saporiti sughi o con il tartufo. Il tour del gusto si conclude con un’altra golosa produzione: i salumi.

Salsicce fresche e secche di carne suina, mazzafegato, lonze e capocolli, coppa di testa fatta con i ritagli della spolpatura del maiale (naso, orecchie, cartilagini, muscoli, tendini etc.) bolliti alcune ore, scolati e conditi con aglio, sale, pepe, noce moscata, buccia d’arancia e limone e altri aromi, il tutto pressato e raffreddato, da consumare a fette.

Tutte specialità da provare se vi fermate da queste parti. Si comincia con un piatto fumante di gnocchi al Sagrantino, in genere fatti con patate rosse di Colfiorito e serviti in salsa di extravergine, cipolla di Cannara, pancetta affumicata, panna, parmigiano e Sagrantino passito. Si finisce con una bella grigliata di carne e un dolce locale come la rocciata.

RICETTE AL VINO ROSSO

Il Montefalco Rosso Doc e il Sagrantino Montefalco Docg sono i vini rossi umbri per eccellenza. Accompagnano i piatti tipici della tradizione locale, in particolare i primi di pasta fresca ripiena, i secondi di carne e selvaggina e tutte quelle pietanze elaborate che richiedono lunghe cotture e si caratterizzano per il gusto ricco. Questi vini sono l’ideale per la cucina autunnale, parola della chef  Samantha Girelli del Ristorante L’Abbazia di Montecorona A Umbertide (Perugia). Come abbinamento con il Montefalco Rosso, la chef Girelli ci propone un brasato di manzo: la cottura della carne avviene nello stesso vino, che le dona corposità e carattere. Mentre al sagrantino si abbina una pasta ripiena con castagne e salsiccia con salsa di scalogno e sagrantino: una perfetta sintesi di sfumature agrodolci.

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