Tra le primissime cose che ricordo mi abbiano particolarmente colpita dell’Umbria, non a caso soprannominata Cuore Verde d’Italia, rientrano certamente le sue verdeggianti colline, di tutte le sfumature del color smeraldo, capaci di riflettere luce e libertà al contempo tra distese di uliveti, vigneti e aree boschive tra le quali immagino una fauna rigogliosa. Stessa cosa potrei certamente raccontare di Spoleto, abbracciata dall’estremità meridionale della Valle Umbra con la sua vasta pianura alluvionale. Di origini preistoriche, la città di Spoleto nacque originariamente in affaccio al vasto lago Umber, prosciugatosi definitivamente durante il Medioevo a seguito di importanti opere di bonifica del territorio.

In provincia di Perugia seppur profondamente radicato nella cultura non solo Perugina ma anche Ternana, Spoleto si sviluppa in cima a Colle Sant’Elia, promontorio alle falde del Monteluco, poco più in basso del torrente Tessino e ancora oggi impreziosito dai superbi panorami offerti dalla Valnerina.

Ho iniziato a scoprire la città a partire dal suo centro storico e con non poco stupore. Dopo esservi arrivata soltanto pochi giorni or sono in occasione dell’Anteprima Olio e.v.o Dop Umbria 2025 – presentazione della nuova annata Dop Umbria dedicata al tesoro verde del territorio, il suo incredibile olio – ho iniziato a rapportarmici con curiosità, lasciandomi ammaliare dalle bellezze di una destinazione con ancora molto da raccontare.

Il mio viaggio alla scoperta di Spoleto è stato così inaugurato da una visita al Museo Archeologico Statale della città, ospitato già dal 1985 presso l’ex monastero di Sant’Agata e sorto alla fine del XIV secolo nell’area del Teatro Romano. Originariamente sede dal 1395 di una comunità monastica benedettina, ad oggi è dedicato alle testimonianze archeologiche più importanti per il territorio, che ci raccontano di una Spoleto ricca e romana, vero punto di riferimento per tutte le aree circostanti sin dalle origini, ossia dalla media Età del Bronzo. Scopro conseguentemente che la prima colonia latina venne istituita a Spoleto nel 241 a.C, seguita dalla costituzione del Municipium nel 90 a.C.

Di enorme interesse anche il Teatro Romano, edificato solo nella seconda metà del I secolo a.C ma ancora in attività oggi. Capace di incantare i visitatori grazie al suo fascino dirompente e di illuminare il grande terrazzamento che lo ospita, si estende per un diametro di circa 70 metri ed è inoltre caratterizzato da un ambulacro semicircolare coperto con volta a botte. Avvicinarlo al tramonto, come capitato a me, vi regalerà una gioia nel cuore difficilmente rintracciabile altrove. Emozioni vive che solo le grandi città d’arte permeate di secoli, storia e cultura riescono a trasmettere.

Procedendo con un tour a piedi del centro storico della città potremo lasciarci inebriare dai profumi delle botteghe ed incantare dallo scintillio delle vetrine illuminate. Con immenso piacere ho scoperto in Spoleto un piccolo gioiello in miniatura, dove anche una semplice passeggiata riesce a trasformarsi in incredibile esperienza. Se ne avrete il tempo, imperdibile una visita alla Casa Romana, situata tra via Visiale, via del Municipio e via Saffi. Scoperta in corso d’opera durante una prima campagna di scavi a cura dell’archeologo spoletino Giuseppe Sordini nel 1885, venne interamente recuperata soltanto nel 1912. Tra i rinvenimenti certamente più particolari la dedica di una Polla all’imperatore Caligola, grazie alla quale si ipotizza che la casa, datata I secolo a.C, appartenesse a Vespasia Polla, nativa di Norcia nonché madre di Vespasiano.

Da qui potrete procedere verso Palazzo Leti Sansi, costruito nei primi decenni del XVII secolo e ad oggi anticipato da un elegante portone finemente intagliato. Proprio qui mi sono addentrata con sofisticatezza nelle primizie del territorio grazie alla presentazione della quarta edizione dell’Anteprima Olio e.v.o DOP Umbria 2025, scoprendo una Spoleto incredibilmente all’avanguardia in una produzione in particolar modo: quella dell’Olio. Grazie all’accogliente benvenuto della Strada dell’Olio e.v.o DOP Umbria, mi sono dunque avvicinata al mondo dell’Olio Umbro con emozione, anche grazie alla decisa forza di volontà e passione investita da tutti gli operatori del settore nel campo, sempre disponibili a fornire delucidazioni.

“L’Anteprima Olio e.v.o DOP Umbria corrisponde ad un fatto: all’eccellenza del territorio arricchita dalla bellezza tutt’attorno” ha spiegato Paolo Morbidoni, Presidente della Strada dell’Olio e.v.o DOP Umbria. “Questo è proprio ciò che con coraggio dobbiamo comunicare ancor prima a noi stessi e poi al mondo” aggiunge Morbidoni, “perché la consapevolezza è una forza, mentre la qualità, in un settore competitivo come il nostro quale quello degli Oli di fascia alta è ormai una precondizione” ha poi concluso.

Un valore, quello dell’Olio per l’Umbria, importante e centrale anche e soprattutto per la valorizzazione di tutto il territorio regionale, come evidenziato dall’Assessore alle politiche agricole e agroalimentari ed alla tutela e valorizzazione ambientale della Regione Umbria Simona Meloni: “Per la nostra Umbria l’Olio è vera rappresentanza di identità, cultura e storia. Elementi centrali e fondamentali per la nostra regione sui quali costruire un solido futuro” ha proseguito, prima di aggiungere: “L’Olio è certamente il nostro prodotto più prestigioso, vero simbolo di libertà e unione tra tutte le province della regione, capace di elevare ad eccellenza le peculiarità umbre in termini di qualità e territorio. Per la Regione Umbria, parlo anche a nome dei miei colleghi, è di grande orgoglio raccontare del nostro territorio non solo a tutta Italia ma anche al resto del mondo. Continueremo a valorizzare il fondamentale connubio tra prodotto e paesaggio, elementi essenziali per accrescere anche l’attività turistica della nostra amata regione”.

La campagna olearia ha inoltre segnato un importante consolidamento per la DOP Umbria nel 2024, con oltre 7.439 ettari di oliveti capaci di dar lavoro ad oltre 1.400 operatori nel circuito di qualità tutelato relativo alla DOP Umbria. Ben 4.900 tonnellate le olive molite atte a divenire DOP (il doppio rispetto al 2023) e una produzione di Olio DOP superiore a 1.290.000 litri, volume decisamente raddoppiato rispetto al precedente anno. Di rilevante importanza, soprattutto, l’aumento delle caratteristiche organolettiche e chimiche degli oli rispetto al 2023, come spiega ancora una volta Morbidoni: “Abbiamo registrato una maggiore intensità in termini di fruttato, amaro e piccante, elementi essenziali per decifrare a loro volta l’ottima qualità del prodotto finale”.

Un’eccellenza che fuoriesce dalla singola Spoleto e che coinvolge, come già detto, tutta la Regione in un’esperienza capace di promuovere l’Umbria a destinazione dal fascino internazionale. Così come già avviene ogni anno in occasione di Frantoi Aperti, la più grande festa italiana dedicata all’accoglienza Oleoturistica, per il 2024 ultimatasi con un vero record di visitatori da tutto il mondo. Anche la prossima edizione andrà a coinvolgere la Regione Umbria al completo, articolandosi su 5 weekend animati da oltre 500 eventi a partire dal 18 ottobre e fino al 16 novembre compreso.

Non mancheranno le esperienze Oleoturistiche dedicate, come le proposte Evo&Art Experience che ho avuto modo di testare in anteprima scoprendo i territori dell’Umbria legati all’Olio così come alla biodiversità e ai luoghi dell’arte e della cultura che caratterizzano le sottozone della DOP Umbria. Durante il mio soggiorno a Spoleto mi sono dunque spostata verso i Colli Amerini, tra le più piccole delle sottozone della DOP Umbria. Qui la cultivar più caratteristica ho scoperto essere il Rajo, una pianta certamente longeva e rara al contempo, decisamente monumentale. Tra le imperdibili tappe Amelia e Lugnano in Teverina nei luoghi di Germanico e degli antichi Romani, per poi passare al secondo tour con protagonista i Colli Orvietani, tra la città di Orvieto e Castel Viscardo, dove altra eccellenza del territorio è la produzione della ceramica, dalla tradizione millenaria.

È sempre a Spoleto che sono poi rientrata per ultimare la visita alla città, emozionandomi d’innanzi alla maestosa bellezza della Cattedrale di Santa Maria Assunta, Duomo cittadino anche protagonista insieme all’omonima piazza del set cinematografico di Don Matteo.

Incredibile soprattutto al tramonto anche il meraviglioso Ponte delle Torri, antico ponte derivato da un acquedotto romano ad oggi interamente attraversabile a piedi. Capace di estendersi per oltre 230 metri ad un’altezza di 80 metri circa, vede la struttura protetta da panoramici muraglioni dai quali si aprono incredibili finestroni affacciati alla bellezza delle colline circostanti.

A pochi passi troviamo anche Palazzo Collicola, che trova sede sull’omonima piazza della città. Edificato tra il 1717 e il 1730 su progetto dell’architetto romano Sebastiano Cipriani per volontà del cardinale Francesco Collicola, corrisponde ad oggi ad uno dei Palazzi più incredibili della città. Mentirei se dicessi che le sue raffinate stanze non mi abbiano profondamente commossa, con decori dalla dovizia di particolari nonostante le linee sobrie che caratterizzano la sua struttura. Ancora oggi importante testimonianza del virtuosismo illusionistico tipico del seicento, reso celebre dalla storia dell’arte come barocchetto o proto-rococò, Palazzo Collicola è inoltre sede della Galleria d’Arte Moderna G. Carandente, aperta al pubblico a partire dagli anni Cinquanta e ricchissima ancora oggi.

Proprio qui il mio viaggio a Spoleto ha visto un ulteriore avanscoperta del territorio. In occasione dell’Anteprima Olio e.v.o DOP Umbria, infatti, ho avuto l’onore di partecipare ad una interessante Cena Oleocentrica ad otto mani con gli chef umbri del circuito Umbrian #EVOO Ambassador – Testimoni di Oli Unici. Tra le più alte firme della ristorazione umbra, gli Chef hanno esaltato l’Olio e.v.o DOP Umbria con ricette stellate, in abbinamento ai prodotti identitari del territorio e ai luoghi dell’arte e della cultura umbri. Quattro i grandi professionisti coinvolti: Ada Stifani, Chef del Ristorante Ada Gourmet di Perugia premiato con una Stella Michelin, Fabio Cappiello, Chef del Ristorante Vespasia di Norcia, premiato con una Stella Michelin e una Stella Verde Michelin, Cristina Rastelli, Chef del Ristorante Il Capanno di Spoleto, premiato dal prezioso riconoscimento Tre Gamberi Guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso e da Chiocciola Slow Food e Daniele Auricchio del Ristorante Radici, situato all’interno di Borgo La Chiaracia Resort a Castel Giorgio, con tre Forchette Guida Michelin.

Tra le eccellenze enogastronomiche proposte quattro piatti gourmet, a partire dalle Cozze alla Tarantina della Chef Ada Stifani, di origini Leccesi ma da anni trapiantata a Perugia, impreziosite dall’Olio e.v.o Bio DOP Umbria Colli del Trasimeno del Frantoio Batta di Perugia. La seconda portata ha visto protagonista il Farro Risottato con Cavolfiore e Bottarga di Milza firmato dallo Chef Daniele Auricchio, ultimato da un filo d’Olio e.v.o Poggio Amante – DOP Umbria Colli Orvietani del Frantoio Batta di Perugia. Gran secondo con l’Insalata Tiepida di Faraona con Frutti Rossi ideata dalla Chef Cristina Rastelli, che per l’occasione ha arricchito il piatto con l’Olio e.v.o DOP Umbria Colli Assisi – Spoleto “Riserva Marfuga” dell’omonimo Frantoio Marfuga di Campello sul Clitunno. Dolce conclusione con il dessert Pere e Cioccolato dello Chef Fabio Cappiello, sorbetto di Pere e Zenzero elevato dall’Olio e.v.o Monocultivar Moraiolo del Frantoio Decimi di Bettona.

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