Il paese di Preci, nascosto tra le pieghe del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, è sorprendentemente poco conosciuto. Circondata da vicini più famosi come Norcia, città natale di San Benedetto, patrono d'Europa, Cascia, con il Santuario di Santa Rita, la santa delle rose, gli spettacolari campi di lenticchie di Castelluccio, Spoleto, la città del Festival e il confine regionale con le Marche, Preci è stata spesso trascurata da visitatori e pellegrini che seguivano gli antichi percorsi e sentieri di San Francesco d'Assisi. Tuttavia, arroccata su una collina, la cittadina si è sempre distinta per il suo immacolato centro storico, raccolto attorno all'alta torre dell'orologio di Santa Maria della Pietà, e per gli eleganti edifici del centro storico color pastello, prestigiose residenze di ricchi cittadini di un tempo. La sua aria discreta di garbata agiatezza la differenziava dalle case in pietra grezza dei tipici villaggi umbri.

Il segreto dell'insolita prosperità di questa remota comunità risiedeva nella sottostante Valle Castoriana, sede dell'Abbazia di Sant'Eutizio. L'Abbazia fu fondata nel V secolo dai monaci siriani immigrati in cerca di un rifugio tranquillo, che portarono con sé le antiche conoscenze mediche del Levante e del Medio Oriente. I Benedettini, che in seguito presero il controllo dell'abbazia, conservarono e ampliarono le loro conoscenze in materia di arti curative, sia con i rimedi tradizionali a base di erbe che con pratiche chirurgiche praticamente sconosciute nell'Europa dell'epoca. Quando il Consiglio Lateranense del 1215 vietò ai frati le attività di "taglio e salasso", i monaci trasmisero le loro conoscenze alla popolazione locale, all’epoca composta soprattutto da allevatori di maiali.

"Hanno imparato in fretta", mi hanno detto. "Perché l'anatomia umana è simile a quella del maiale"

Devono aver imparato bene, perché ben presto i contadini si trasformarono in medici rispettati e di successo, dando vita a una stirpe di 30 famiglie d'élite di chirurghi di Preci che continuarono a esercitare la professione, tramandandola di padre in figlio per i cinque secoli successivi.

Prima del fatidico terremoto del 2016, che ha devastato quest’area del centro Italia, era possibile visitare il piccolo ma ben documentato Museo della Chirurgia, situato sotto il municipio, nonché la collezione di strumenti chirurgici antichi e i documenti dell'Abbazia relativi alla storia unica e sorprendente di questa città.

I chirurghi di Preci divennero famosi in tutto il mondo e le loro prestazioni furono richieste dalle case regnanti di tutta Europa, disposte a offrire ricompense generose per i loro interventi. Essi si occupavano di un’impressionante varietà di patologie, che andavano dalle ernie ai polipi, ai calcoli renali e biliari, nonché alle labbra leporine, ai dotti lacrimali ostruiti e ai disturbi delle vie urinarie. Eseguivano anche castrazioni, solitamente chieste da genitori desiderosi che i loro giovani figli conservassero la voce da soprano, molto richiesta da quando Papa Sisto V aveva imposto alle donne il divieto di cantare nei cori ecclesiastici. Parte del loro successo sembra derivasse dal fatto che avevano ben compreso l'importanza della sterilizzazione degli strumenti per prevenire le infezioni, che erano state tra le principali cause di morte post-operatoria per centinaia di anni.

Durante Scacchi (nato nel 1540), appartenente a una delle famiglie più importanti, si distinse per l'invenzione di una tecnica di cauterizzazione che contrastava le emorragie, e per la sua capacità di rimuovere la cataratta e prevenire la cecità. Ciò richiedeva abilità particolari, nervi d'acciaio e mano ferma. Nel 1596 descrisse la sua tecnica in un celebre trattato medico intitolato "Subsistium Medicinae", di cui esistono ancora alcune copie e che è stato definito "uno dei libri di chirurgia più affascinanti e influenti della storia della scienza medica".

Durante Scacchi usava aghi d'oro, considerati meno soggetti a causare infezioni ed era in grado di operare in veloce sequenza a mani alterne. Seduto di fronte al paziente, la cui testa era tenuta ferma dall'assistente, inseriva, con la mano destra, l'ago nel bulbo oculare sinistro del paziente per rimuovere la pellicola opaca che si era formata sul cristallino. Quasi contemporaneamente, eseguiva la stessa operazione sull'occhio destro con la mano sinistra.

Una delle sue pazienti più famose fu la "Regina Vergine", la regina Elisabetta I d'Inghilterra, la cui operazione è documentata in una lettera scritta nel 1590 dal fratello minore Cesare. Fu infatti Cesare Scacchi a portare a termine l’intervento, poiché all'epoca Durante era impegnato alla corte papale. L'operazione agli occhi della regina 55enne fu un assoluto successo e Cesare fu lautamente ricompensato con mille scudi d'oro e molti altri ricchi doni.

Il prestigio e la fama della Scuola di Chirurgia di Preci durarono fino al XVIII secolo, quando le moderne tecniche mediche cominciarono a prendere il sopravvento e le competenze della remota scuola umbra di chirurghi furono gradualmente dimenticate. Purtroppo il terremoto del 2016 ha spazzato via il Museo della Chirurgia insieme all'Abbazia di Sant'Eutizio. I reperti che è stato possibile salvare sono attualmente custoditi nel Deposito Per I Beni Culturali di Santo Chiodo (un deposito speciale riservato esclusivamente alle opere d'arte a rischio) presso il sito di Santo Chiodo, a cinque chilometri da Spoleto, insieme a oltre 7000 dipinti, crocifissi, sculture, pale d'altare, ex-voto, campane, candelabri e vari oggetti d'arte recuperati dalle chiese e dai musei danneggiati della zona terremotata. Il deposito di Santo Chiodo è stato creato dopo il terremoto di Assisi del 1997, ma in seguito si è rivelato insufficiente ad accogliere l'enorme numero di tesori artistici recuperati dopo le più recenti scosse del 2016. Quindi un nuovo deposito è stato costruito accanto e un altro ancora, finanziato dalla Regione Umbria, dovrebbe sorgere nelle vicinanze.

In alcuni giorni il deposito è aperto al pubblico per le visite guidate e i visitatori possono farsi un’idea del lavoro affascinante del team di restauratori che, con pazienza, puliscono, riassemblano e riparano gli oggetti danneggiati per riportarli al loro antico splendore. Alla fine, per quanto possibile, tutti gli oggetti saranno restituiti al loro luogo d'origine.

Un successo recente, acclamato come “un miracolo”, è stato ottenuto con il crocifisso del XV secolo, dipinto da Nicola di Ulisse da Siena, che era appeso sopra l'altare principale di Sant'Eutizio. Era arrivato al laboratorio di restauro specializzato del Vaticano in circa 30 frammenti. Ricostruito pazientemente, il crocifisso restaurato è ora esposto nella mostra "Frammenti di speranza" dei Musei Vaticani. Anche Preci può festeggiare il recupero di una sua icona molto amata: la cosiddetta "Vesperbilt", o "Immagine del Vespro", una rappresentazione particolarmente toccante della Pietà, ritenuta di origine germanica, in stucco e legno, che era uno dei tesori della chiesa romanica di Santa Maria della Pietà. Inoltre, i lavori di restauro dopo il terremoto del 1997 hanno rivelato gemme dimenticate che erano rimaste nascoste sotto la controfacciata intonacata: una serie di affreschi risalenti al XIV-XV secolo che ora sono stati restituiti alla luce.

OGGI:

Il terremoto del 2016, con epicentro nelle vicine Accumoli e Norcia, ha devastato il centro storico di Preci. Per quasi otto anni è stata praticamente una città fantasma. Gran parte del paese era stato dichiarato inagibile e i 724 residenti che vi abitavano al momento della catastrofe erano stati trasferiti, molti dei quali, in alloggi provvisori allestiti nelle vicinanze. La sede del Municipio della città, con la Sala del Consiglio e il vicino Campanile, sono stati distrutti, così come il Museo della Chirurgia e gli archivi storici.

Tuttavia le popolazioni delle aree montane sono molto resilienti, con un forte senso della comunità e dell'identità locale. La maggior parte di loro è decisa a tornare nelle proprie case e le autorità italiane si sono impegnate a ripristinare ciò che è stato danneggiato o perso.

L'avvio dei lavori è stato lento, anche a causa delle numerose difficoltà riscontrate, come la necessità di analizzare preventivamente il terreno e le linee di faglia, le farraginose procedure burocratiche, i ritardi nei finanziamenti e la difficoltà di installare soluzioni tecnologiche antisismiche sugli edifici esistenti e su quelli di nuova costruzione per salvaguardarli in futuro.

Nella stessa Preci, è stata data priorità al reinsediamento degli abitanti originari e alla ricostruzione degli edifici municipali. Il timore dello spopolamento è condiviso da tutti gli enti locali delle zone montane, come si evince dalla “Relazione sulla ricostruzione post-sisma in Umbria” del 24 agosto 2024 nella quale si afferma che: "gli sforzi compiuti non si sono concentrati esclusivamente sulla ricostruzione fisica dei luoghi colpiti dal sisma del 2016, ma anche sulla ricostruzione delle istituzioni sociali ed economiche e delle imprese, al fine di favorire la ripopolazione e la rivitalizzazione delle aree coinvolte".

Il compito è arduo e prevede non solo la ricostruzione di case, chiese storiche, monumenti ed edifici pubblici, ma anche di strade, strutture comunali e sportive, ospedali, sistemi di trasporto pubblico e reti energetiche.

La storica Abbazia di Sant'Eutizio presenta criticità di particolare rilevanza. Tipico esempio di edificio monastico fortificato altomedievale, era rimasta sostanzialmente inalterata dopo la sua ricostruzione nel XIV secolo a seguito di un precedente terremoto distruttivo del 1328. Costruita su una parete rocciosa che è stata seriamente danneggiata dalla violenta serie di scosse del 2016, gran parte dell'edificio è crollato con essa, riducendo in macerie la facciata, il campanile e l'abside. Il documento per il Programma speciale di ricostruzione di Sant'Eutizio è stato firmato nell'ottobre del 2022 e gli sforzi per recuperare l'abside sono stati avviati prima della fine dello stesso anno. Il cammino per riportare la splendida Abbazia e la Città dei Chirurghi alla loro forma originaria sarà lungo, ma la determinazione, il know-how e l'ottimismo non mancano.

Questa pagina ti è stata utile?