Il vecchio tracciato ferroviario è stato riconvertito in ciclabile per un turismo che si nutre di natura,

arte, sport e che può risollevare un territorio ferito dal sisma del 2016

Il Bike Terminal Le mattonelle si trova alla periferia di Spoleto. Una struttura poliedrica con l’hub per il noleggio delle biciclette da un lato, un bar pizzeria dall’altro, meta notturna di spoletini e turisti che cenano al ritmo della musica live, a ridosso di un’inusuale monumento: arcate in mattoncini rossi. Non i resti di un acquedotto romano (ma in centro c’è un vero anfiteatro) in questa terra ricca di acqua, ma quello che resta di «una fabbrica di mattoni», dice Luca Ministrini, presidente dell’SSD La Spoleto-Norcia (costola operativa dell’ASD MTB Spoleto).

UNA VOCAZIONE NATURALE

Il Terminal Le Mattonelle è un crocevia importante di idee e strade. È il cuore organizzativo del progetto SN365, un bike district, ovvero un comprensorio ciclistico, per unire la Valle Umbra con la Valnerina, la terra osannata da Carducci nell’ode Alle Fonti del Clitunno (scritta il 2 giugno 1876 quando il poeta era ispettore al Liceo di Spoleto) con le colline lambite dalle acque fredde del Nera (nasce nel Parco nazionale dei Monti Sibillini, attraversa Terni, è al 7 posto tra i fiumi italiani per portata ed è il principale affluente del Tevere). «Un territorio con una vocazione naturale al cicloturismo. Può diventare un volano importante per l’economia umbra ancora sofferente per il terremoto del 2016». Intere aree devono essere ancora ripulite dai detriti. Norcia è una cittadina senza le sue chiese, con il centro storico sorretto da impalcature, le famose norcinerie ricollocate fuori dalle mura in casette di legno con il rischio che la situazione diventi permanente.

Se le scosse di terremoto hanno fatto molto male, un duro colpo al turismo umbro lo ha piazzato anche la percezione che l’intera regione fosse in ginocchio. Il progetto SN365 si propone di portare nuovo ossigeno al territorio, un turismo slow che alterna mostre d’arte e scatti in salita, concerti e ciclo-pellegrinaggi verso le tante abbazie sorte sulla scia della vocazione di san Francesco (Assisi), san Benedetto (Norcia), santa Rita (Cascia) e san Valentino (Terni). Si può iniziare a pedalare da Assisi, raggiungere Spoleto, proseguire verso Borgo Cerreto, quindi tornare un poco indietro seguendo la riva sinistra del Nera con gran finale sulle cascate delle Marmore. In totale circa 130 chilometri quasi interamente in sede propria grazie a tre ciclovie: Assisi-Spoleto, Vecchia Ferrovia Spoleto- Norcia, Ciclovia del Nera (Greenway del Nera).

PONTI & GALLERIE

Una spina dorsale ciclabile che taglia la regione da nord a sud e da cui si dipana un fitta rete di strade e sentieri che arricchiscono l’esperienza su due ruote degli appassionati. «Le potenzialità per un’oasi cicloturistica ci sono – dice Ministrini – Stiamo lavorando per offrire i servizi necessari per garantire al cicloamatore e alla sua famiglia un’esperienza da ricordare e ripetere». Un lavoro certosino, partito dal successo de La SpoletoNorcia in MTB, manifestazione settembrina (quest’anno cade il 4 settembre) nata nove anni fa e capace di portare in città fino a duemila ciclisti. Soddisfa la voglia di avventura degli appassionati di MTB (anche in e-MTB) e da quattro anni raddoppia in primavera con La SpoletoNorcia in versione gravel con partenza dalla vicina Scheggino. Il fulcro è quella strada bianca che fino al 1968 accoglieva la rotaie della ferrovia Spoleto-Norcia, un capolavoro di ingegneria e architettura ferroviaria ancora da godere. «Lungo il percorso di 51 chilometri sono state costruite ben 19 gallerie. Quella di valico, nei pressi di Caprareccia è lunga quasi 2 chilometri – dice Ministrini -. Si attraversano 24 tra ponti e viadotti per l’epoca avveniristici. Una vera ferrovia alpina nel cuore degli Appennini. Per assecondare dolcemente pendenze che altrimenti avrebbero raggiunto il 10%, impossibile per un tratta ferroviaria, alcune gallerie hanno struttura elicoidale e la pendenza media risulta del 4%, quindi facilmente alla portata di tutti i ciclisti». La ferrovia fu progettata dall’ingegnere svizzero Erwin Thomann, autore anche della Ferrovia del Lötschberg. I lavori di costruzione iniziarono nel 1913, ma a causa della Prima Guerra Mondiale l’inaugurazione avvenne il 1º novembre 1926. «Serviva i paesi di mezza montagna, allora abitati da pastori e contadini. Il servizio veniva svolto da cinque elettromotrici e per compiere l’intero viaggio erano necessarie due ore». La Caprareccia è la galleria regina del percorso. Prima di imboccarla, è necessario fermarsi e indossare un impermeabile. Lo sbalzo di temperatura è repentino, l’aria fredda sferza il volto. «Lì dentro ci sono al massimo 15 gradi e un segreto, una sorgente di acqua purissima. A volte ci riempio la borraccia», dice Ministrini.

LUCA E LA SUA NUOVA SFIDA

Da cinque anni, partecipa alla Spoleto-Norcia un atleta particolare, Luca Panichi, abituato a performance da manuale spingendo la sua sedia a rotelle (QUI un articolo su di lui apparso su Buone Notizie del Corriere). «Quest’anno una novità, pedalerò insieme agli altri ciclisti. Userò un tandem Fun2go a pedalata assistita. È l’ultimo arrivato nel parco bici Le Mattonelle, per mettere a famiglie con disabili, bimbi down, o anche solo a persone con qualche anno in più, di usufruire di un territorio altrimenti inaccessibile». Strada ampia, bianca e ben battuta, la ciclovia della Vecchia Ferrovia oggi si interrompe a Borgo Cerreto dopo circa 30 km per riprendere il suo naturale corso a Serravalle e concluderlo dopo 5 km a Norcia. Manca insomma una bretella di circa quindici km, tratto che può essere percorso su strada asfaltata, una soluzione tuttavia non consigliabile per la presenza di gallerie senza corsia riservata alle bici e in cui transitano auto a velocità sostenuta. Tra i progetti dell’SSD La SpoletoNorcia c’è anche il completamento della bretella su strada bianca, seguendo il tracciato originario della vecchia ferrovia. «Stiamo lavorando con la Regione e col gestore Umbria Mobilità per completare il progetto e dare via ai lavori». Intanto, il progetto SN365 è cresciuto. «Stiamo coinvolgendo le imprese del territorio», dice Ministrini. «Abbiamo creato due nuovi punti di noleggio e assistenza, il Bike Terminal Ciclostazione Valnerina a Castel San Felice e il Bike Terminal Il Casaletto a Borgo Cerreto in collaborazione con Legambiente Umbria. È stato attivato un sistema di e-shopping per la prenotazione online di bici. Sono state formate sei guide cicloturistiche certificate con la Federazione Ciclistica Italiana e abbiamo stretto convenzioni con ristoranti e hotel. Un mondo in movimento anche per sviluppare un modello di turismo su due ruote green e inclusivo”.



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