I progetti della Fondazione Pepper, la Biennale di Todi e la scommessa sul cinema. Il sindaco Ruggiano: «Per noi la cultura è centrale»

Sembra che la città di Todi abbia scoperto la formula giusta per diventare il vero polo d’attrazione dell’Umbria. Ne è prova il fatto che a gennaio del 2022, la “città più vivibile del mondo” (secondo gli studi degli anni ‘90 del professor Richard Levine, Università del Kentucky) è stata protagonista di ben tre programmi televisivi: “Meraviglie - La penisola dei tesori” e “Stop and Go”, entrambi della Rai, e “Eden - Un pianeta da salvare” di La7.

Per capire quali sono gli elementi che compongono questa combinazione vincente, basta trascorrere un soleggiato sabato invernale tra i saliscendi medievali che dal Tempio della Consolazione portano a piazza del Popolo. Le vie prendono vita in tarda mattinata: qualcuno fa colazione al bar, i commercianti preparano le bancarelle per il mercato del fine settimana e in giro, a poco a poco, spuntano i turisti.

In via delle Mura Antiche 25, dietro alla Chiesa di San Lorenzo, c’è “La Casa Dipinta”. In questa abitazione ottocentesca, a partire dal 1975 iniziarono a trascorrere le vacanze estive l’artista irlandese Brian O’Doherty e la consorte Barbara Novak, docente di Harvard e critica d’arte, oggi 90enni e residenti a New York. Nel 1977, O’Doherty cominciò a dipingere l’interno della casa: «Per fare un regalo alla moglie - spiega una guida di Coopculture - che non voleva solo pareti bianche attorno a lei». Il risultato finale è una casa-opera d’arte. «È uno dei pezzi unici della nostra città - dice l’assessore alla cultura di Todi, Claudio Ranchicchio - che vogliamo valorizzare ancora meglio: l’obiettivo è rendere arte e cultura le economie portanti del nostro territorio». Uno traguardo verosimile, considerato quanti registi, attori e personalità di spicco del panorama nazionale e internazionale abitano nei dintorni.

La ciliegina sulla torta, secondo Ranchicchio, sarà la settima arte: il cinema. Nel 2021 Todi ha ospitato l’edizione “zero” dell’Umbria Cinema Festival che quest’anno dovrebbe avere luogo il terzo fine settimana di luglio. «Vorremmo - spiega l’assessore - che diventasse un festival di respiro nazionale. Con il direttore dell’Umbria Film commission stiamo discutendo anche dell’opportunità di aprire il territorio alla serialità televisiva».


Questo processo di avvicinamento tra antico e moderno inizia nei primi anni ‘70, quando la scultrice e pittrice newyorkese Beverly Pepper, scomparsa a febbraio di due anni fa, decise di trasferirsi in pianta stabile a Todi. Una delle sue opere più celebri è diventata letteralmente patrimonio pubblico: le “Todi Columns”, erette nel 1979 nella piazza del Popolo tuderte, si trovano oggi nel parco cittadino a lei dedicato, alle spalle della Chiesa di San Fortunato, dove riposa Jacopone da Todi. «Per Beverly - racconta la vicepresidente dell’omonima Fondazione, Elisa Veschini, che dal 2015 ha lavorato a fianco della scultrice - il rapporto con questa città era un continuo dare e ricevere». Il parco di Beverly Pepper è un museo a cielo aperto. La Fondazione ha un lungo elenco di nuovi progetti. «Vorremmo - continua Elisa Veschini - che tutti gli artisti che passano per Todi donassero un loro lavoro alla comunità: Arnaldo Pomodoro lo ha fatto con ‘Le antenne del futuro’, oggi ai giardini Oberdan». Inoltre, la Fondazione ha ideato un percorso didattico che coinvolge, per ora, solo gli studenti del liceo Jacopone da Todi ma l’idea è arrivare anche alle scuole delle città umbre limitrofe. «Todi - conclude Veschini - ha sempre avuto un terreno fertile per l’arte contemporanea e adesso, anche grazie a una maggiore curiosità delle persone, questa tendenza si sta consolidando».

In un futuro fatto di cultura crede fermamente anche il sindaco, Antonino Ruggiano. «Il New York Times - ricorda - ci ha dedicato tre anni fa 15 pagine nella versione cartacea grazie alla Pepper. Una cosa mai successa prima a nessuna città italiana. Non possiamo lasciarci sfuggire questa occasione».

All’armonia del paesaggio naturale e urbanistico, la presenza di personalità importanti e una visione lungimirante delle amministrazioni che si sono succedute si aggiungono altri due ingredienti fondamentali: la fortunata vicinanza con Roma e quella che sembra essere una naturale apertura al panorama internazionale.


Dentro la Torre Caetani, situata a due passi dal Tempio della Consolazione lungo l’antica circonvallazione della città, fa base nei fine settimana l’antiquario e gallerista romano Diego Costantini, curatore della prima edizione ufficiale della Biennale di Todi. L’esposizione sarà inaugurata l’11 febbraio, in occasione della Giornata mondiale del malato, sul prato antistante al Tempio della Consolazione, dove sarà esposta l’opera di Wang Yu Xiang, vincitore del bando artistico indetto per la Biennale. Il tema dell’iniziativa è il disagio psicologico e il relativo processo di guarigione, che passa anche attraverso la ‘consolazione’. «Il 2022 - spiega Costantini - è l’anno culturale Italia-Cina. Per questo ho cercato giovani artisti cinesi che operano in Italia: hanno uno sguardo molto originale sulla nostra cultura».

Questa pagina ti è stata utile?