C’era una volta un gruppo di donne che viveva in una dimora in pietra in fondo as una stretta valle. Quelle donne vissero lì per circa 200 anni, offrendo ospitalità ai malati, ai viandanti e ai pellegrini di passaggio.

Come mai, mi domando, decisero di correre il rischio di vivere nei boschi di Assisi alla fine del XIII secolo? un'epoca in cui la legge e l'ordine potevano non arrivare in soccorso di tale comunità? Quelle donne erano suore, monache benedettine, e immagino fossero donne di grande forza.

Certo si sa che per tutto il Medioevo, la scelta della vita conventuale era l'unica alternativa rispettabile all'obbedienza agli uomini della famiglia e al matrimonio combinato, quindi quella scelta dava alle donne un rifugio dalla società. 

Le suore passavano la loro vita all'interno dei confini del monastero, producendo la quasi totalità del loro cibo, alternando lavoro, studio e preghiera.

Mi domando anche se quelle donne avevano scelto questa alternativa di clausura di loro spontanea volontà. Il folclore suggerisce che spesso erano costrette, perché a quei tempi ciò che una donna poteva e non poteva era limitato, come lo era l'idea di una donna "libera". 

La realtà però è che la vita conventuale rappresentava anche un modo per sfuggire all'abuso familiare, alla povertà e permetteva di avere accesso al raro privilegio di studiare. Per millenni infatti l'educazione rimase per lo più una riserva maschile.

Le suore non sonotenute in altrettanta considerazione ai nostri giorni come in passato. A molti di noi sembrano spesso ai margini della società emancipata, almeno in Occidente. Eppure, nell'Asia buddista, le suore prosperano ancora, e quella scelta vita  rimane uno stile di vita perfettamente accettabile.

Chissà se quelle suore temevano per le loro vite in quel posto isolato dell’Umbria. È una domanda che mi faccio spesso quando passo davanti alla valle verdeggiante dove vivevano un tempo. Per quanto sia un luogo magnifico, non vorrei mai essere lì durante una bufera di neve o in una notte d'inverno. È un luogo solitario, freddo, buio.

Verso la fine del XIV secolo, le suore si sentirono costrette a trasferirsi, in cerca di riparo dentro alle alte mura di Assisi. I boschi, oltre che essere popolati dai lupi, erano sempre più spesso attraversati da briganti. Ad un certo punto dissero basta.

Immagino la loro tristezza nel lasciare la casa, il giardino, gli alberi secolari. Piano piano, la piccola cittadella che era il loro monastero, ospedale e chiesa cadde in rovina. Il mulino che apparteneva alla proprietà continuò a funzionare fino alla fine del XIX secolo, ma alla fine fu abbandonato e tutto fu sepolto sotto la vegetazione.

Nel 2011, grazie al FAI, il Fondo Nazionale Italiano, il terreno venne invaso da un piccolo esercito di giardinieri e restauratori che hanno lavorato per riportare il paesaggio alla sua antica bellezza. La valle e i suoi edifici costituiscono ora il Bosco di San Francesco.

Se decidete di visitare l’ Umbria, mi raccomando, andate a visitare il Bosco. E' un luogo di serena bellezza, con un bel percorso meditazionale tra i boschi, un'installazione di land art, un giardino pieno di alberi da frutto e fiori antichi.

Se arrivate al momento giusto potreste avere la fortuna di parlare con la biologa e direttrice del parco Laura Cucchia, la cui affinità con queste montagne solitarie include lo studio dei lupi locali. Laura è anche un'ornitologa in grado di riconoscere 150 richiami di uccelli.

Mi piace pensare che le suore medievali sarebbero felici di conoscere il destino della loro antica dimora, che ora attira migliaia di visitatori. Mi piacerebbe anche pensare che sarebbero contente che una donna forte e ben istruita sia a guida del progetto. Probabilmente adorerebbero sapere che non ha paura dei lupi.

Pesce della Monaca (con pangrattato e limone) per 3-4 persone

Il pesce era molto importante nella dieta monastica data la una rigorosa astinenza dalla carne e a volte anche  alle uova e ai latticini. Si tratta di una ricetta classica umbra utilizzata sia per il pesce bianco d'acqua dolce che di mare.

Ingredienti

1 kg di filetti di pesce.  2 limoni tagliati a fette spesse 1/2 cm  2 spicchi d'aglio, tritati finemente. 1/2 tazza di pane grattugiato. 1 cucchiaio di prezzemolo fresco, tritato finemente. 2 cucchiai di parmigiano grattugiato finemente 2 cucchiai di parmigiano reggiano. Sale e pepe nero. Olio extravergine di oliva. 

Preparazione

- Preriscaldare il forno a 200°C. - Condire entrambi i lati dei filetti di pesce con una spolverata di sale. Disporre le fettine di limone in una teglia da forno abbastanza grande da contenere il pesce. Ungere i filetti con 2 cucchiaini di olio d'oliva. Disporre i filetti, con la pelle rivolta verso il basso, in un singolo strato sopra le fette di limone. - In una ciotola di medie dimensioni mescolare il pangrattato, il prezzemolo, l'aglio, il parmigiano, un pizzico di sale, un pò di pepe nero. Aggiungere  2 cucchiai di olio d'oliva. Mescolare bene, fino a quando il pangrattato appare leggermente umido. Aggiungere altro olio d'oliva se necessario. - Disporre il composto di pangrattato sopra i filetti di pesce in uno strato sottile e uniforme. - Trasferire la teglia nel forno fino a quando i filetti di pesce sono cotti e il pane grattugiato è dorato. Il tempo di cottura dipenderà dallo spessore dei filetti, di solito 10-20 minuti.  

Nel frattempo ringraziate la vostra buona stella cosicchè protegga la vostra tavola dai lupi.


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