Il successo del marchio di moda umbro è da sempre merito delle donne geniali alla guida dell’azienda. Conosciamo insieme l’imprenditrice Nicoletta Spagnoli

La mia bisnonna è stata una persona geniale e un modello per tutti noi. Creò due aziende, fu una delle prime donne al mondo a sedere in un consiglio di amministrazione, il tutto all’inizio del XX secolo! Il suo stile di vita, la sua forza di volontà, la sua energia, ma anche la sua cordialità erano unici”, racconta Nicoletta Spagnoli, classe 1955 e dal 1986 CEO e Creative Director dell’azienda di moda Luisa Spagnoli che aprì i battenti a Perugia nel 1928.

Di confronti con la vita della bisnonna non ne fa: “Erano altri tempi”. Oggigiorno le donne ai vertici hanno una vita più facile, commenta, eppure non è stata sicuramente una passeggiata ottenere il titolo di Cavaliere del Lavoro, consegnatole nel 2007 dall’allora Presidente della Repubblica Napolitano.

Perugia – non è più un segreto per nessuno – merita sempre una visita per scoprire i suoi quasi 3.000 anni di storia e cultura. Tuttavia, le guide turistiche svelano di rado chi ha inventato il Bacio Perugina, ormai famoso in tutto il mondo. E via a citare le celebrità cittadine, tra cui cantanti d’opera, musicisti, scrittori, calciatori e molti altri ancora, saliti alla ribalta soprattutto nel XX secolo. Ma il nome di Luisa Spagnoli, quello manca. E sì che a lei si deve non soltanto l’invenzione del mitico cioccolatino ma anche la fondazione dell’omonimo marchio di moda. Alla guida dell’azienda, con sede a Perugia da oltre nove decenni e conosciuta a livello internazionale, oggi c’è la quarta generazione, nella figura della bisnipote. Nicoletta Spagnoli è anche ambasciatrice della moda che disegna da decenni: femminile, sicura di sé e di un’eleganza senza tempo. Ma andiamo per ordine, Luisa Spagnoli nasce nel 1877 a Perugia da Pasquale Sargentini, pescivendolo. Sposa Annibale Spagnoli, con cui rileva una drogheria nel centro storico e inizia a produrre cioccolatini e mandorle tostate. Scoppia la Prima Guerra Mondiale e Annibale viene chiamato alle armi. Luisa si occupa da sola del negozio e dei figli, due maschi e una femmina. Si trasforma in una donna d’affari coraggiosa e di successo e si separa da Annibale, un gesto probabilmente inaudito a quei tempi. Osservandola nelle vecchie fotografie in bianco e nero, sembra una delle suffragette che negli anni Venti lottavano per il diritto al voto delle donne in Gran Bretagna e negli Stati Uniti. Come imprenditrice si occupa non solo di far crescere l’attività ma anche del benessere della sua forza lavoro, quasi esclusivamente donne. In una foto la troviamo al volante di una Fiat 505 Roadster insieme al suo amante Giovanni Buitoni, di 14 anni più giovane e al cui nome ancora oggi è associato l’omonimo marchio di pasta.

Durante un viaggio in Francia con Buitoni, Luisa Spagnoli scopre dei graziosi conigli d’angora. Ne compra un paio e inizia ad allevarli nel suo giardino di Santa Lucia, un quartiere di Perugia. E poi le viene l’idea di usare il morbidissimo pelo degli animali come filato per realizzare modelli di maglieria alla moda. Nel 1928 registra il marchio “Angora Spagnoli” e, come si vede in un’altra foto in bianco e nero, ingaggia un centinaio di filatrici che con un pettine speciale rimuovono il pelo dagli animali, per poi filarlo a mano. La maglieria della Spagnoli riscuote un grandissimo successo e l’azienda si espande. La sua fondatrice però non vivrà abbastanza per assaporare

i successi della sua impresa: muore nel 1935 a Parigi, dove Buitoni l’aveva portata nel tentativo di farla curare dal cancro.

I marchi “Buitoni” e “Baci Perugina” sono entrati a far parte del colosso svizzero Nestlé molto tempo fa. Al contrario, l’azienda di moda Luisa Spagnoli è ancora in mano alla famiglia. Dopo la morte di Luisa, il testimone passa al figlio maggiore Mario che negli anni Quaranta trasforma l’impresa in uno dei marchi di moda più affermati

della penisola italiana Seguendo le orme della madre crea un quartiere per le dipendenti, un vero e proprio paesino con asilo nido, dottore, chiesa, negozi e strutture per lo sport e il tempo libero. Oggi la “Città dell’Angora” degli anni Sessanta non esiste più, ma “i benefici destinati alle nostre dipendenti sono – oggi come allora

– ben al di sopra dei requisiti di legge”, spiega Nicoletta Spagnoli.

“Ad esempio, offriamo 18 mesi di maternità, sei mesi in più del normale”. Anche l’allevamento di conigli non c’è più: ormai l’angora rappresenta solo una piccola percentuale dei materiali usati per la produzione dei capi. Ma la sede storica è ancora integrata nell’azienda e può essere visitata. Di recente Nicoletta Spagnoli ha fatto restaurare gli affreschi sbiaditi e in parte danneggiati dell’artista locale Gerardo Dottori, il futurista che aveva decorato le pareti degli stabilimenti. Si tratta di un sentito omaggio alla storia del marchio, come il museo dedicato alla sua fondatrice.


Nicoletta Spagnoli entra nell’azienda nel 1983, quando la morte improvvisa del padre Lino, il figlio maggiore di Mario, la catapulta nel mondo nella moda. In realtà aveva conseguito la laurea in farmacia e voleva fare carriera nella ricerca in California. “Quando mio padre mi ha chiesto di entrare in azienda, ho tentennato a lungo. Alla fine mi sono arresa: ho la moda nel DNA!” Dopo la scuola passava ore intere nell’atelier dell’azienda insieme agli stilisti, imparandone tutti i segreti. Una volta, suo padre chiese a lei e alla sorella Carla di creare il bozzetto di un abito e fece sfilare i modelli

creati dalle figlie a una delle sfilate del marchio. “Avevo dieci anni e non dimenticherò mai quella sensazione di infinito orgoglio”.

Né il fratello Mario né la sorella Carla lavorano in azienda, ma in compenso Nicoletta può contare sull’aiuto del figlio Nicola Barbarini, nato nel 1994. Suo unico erede, è il suo successore designato alla guida dell’azienda; si occupa già della direzione strategica, della presenza digitale del marchio e della conquista di nuovi mercati. La

collezione oggi include anche accessori come il profumo “Luisa”, occhiali da sole alla Greta Garbo e borse che non temono il confronto con i modelli di Hermès. “Grazie al lavoro di Nicola abbiamo superato il lockdown potenziando lo shopping virtuale e l’e-commerce”, spiega Nicoletta Spagnoli. “Guardiamo al futuro con ottimismo. C’è ancora tanta voglia di bellezza. E i segnali sono positivi”.

Luisa Spagnoli rimarrà un baluardo dell’eleganza femminile o è in arrivo anche una collezione uomo? “Mai dire mai”, risponde Nicoletta Spagnoli senza sbilanciarsi.



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