Ristorante “Vespasia”: la rinascita umbra parte anche dall’eccellenza in cucina

Il fortepiano è ancora lì. Ma dal terremoto del 30 ottobre, nessuno lo ha più accordato. Lo strumento musicale settecentesco è il simbolo della resistenza del “Vespasia” di Norcia, unico ristorante premiato con la Stella Michelin in provincia di Perugia, che ha scelto di riaprire i battenti nel centro storico del borgo umbro, nonostante la devastazione che lo circonda.

Situato all’interno di Palazzo Seneca (dimora storica del XVI secolo, adibita a hotel di lusso), il “Vespasia” è un’eccellenza della gastronomia italiana nella patria della norcineria, ma la sua sopravvivenza è un caso isolato nel deserto che attanaglia Norcia dopo il sisma.

La fortuna del “Vespasia” risiede nelle alterne vicende della sua storia: dopo essere passato di mano in mano, a metà degli anni 2000 palazzo Seneca fu rilevato dalla famiglia Bianconi, proprietaria già di altre strutture ricettive nella zona. Sono stati loro a curare un’estesa ristrutturazione, a partire dal rifacimento completo delle fondamenta, prima della riapertura nel 2008. E questo ha fatto si che la residenza storica venisse risparmiata dalle scosse nel 2016, a differenza dell’adiacente Chiesa di S. Francesco, andata completamente distrutta.

Palazzo Seneca e il ristorante non hanno riportato danni; ma essendo nel bel mezzo della zona rossa, sono comunque rimasti inaccessibili per cinque mesi, fino all’aprile 2017, quando fu aperto un corridoio di passaggio dalla vicina piazza di San Benedetto.

Durante l’emergenza il “Vespasia” è stato in prima linea per aiutare i meno fortunati: per un po’, da ristorante d’élite si è trasformato in mensa, per offrire pasti caldi ai soccorritori della Croce Rossa e agli sfollati. E i Bianconi hanno tentato in tutti i modi di preservare i posti di lavoro dei 75 dipendenti di Palazzo Seneca, che sono rimasti in cassa integrazione fino alla riapertura.

I danni a livello economico sono stati e sono ancora ingenti: a due anni dal terremoto, il turismo a Norcia è quasi inesistente, e a Palazzo Seneca, definito dal Telegraph uno dei “50 migliori alberghi d’Italia”, l’unico hotel rimasto aperto, i clienti scarseggiano e non si fermano mai per più di 1-2 notti. E anche il ristorante, attrattiva gourmet, stenta a riprendere il regime pre-terremoto, nonostante la prestigiosa guida Michelin gli abbia conferito la massima onorificenza, la Stella, per il terzo anno di fila. Un premio al coraggio e all’impegno profuso per mantenere alto il nome del territorio, grazie al menù stagionale costellato di specialità a km zero (come ad esempio la lenticchia di Castelluccio) reinventate dallo chef Valentino Palmisano.

Oggi il “Vespasia” guarda al futuro e si propone di trainare Norcia fuori dal suo periodo buio, facendo assaporare l’amore per la Valnerina, racchiudendolo in un piatto.


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