Un progetto editoriale per la promozione di un’Umbria ancora arretrata, ma ricca di gioielli architettonici, opere d’arte e vedute da fissare per sempre.

“L’Umbria è troppo trascurata nei viaggi e nella storia”. Questo affermava lo scrittore e filosofo francese Ernest Renan nelle sue Corréspondences e certo la nostra regione non aveva goduto di buona pubblicità da parte dei viaggiatori che, nel corso dell’Ottocento, l’avevano visitata. Infatti nelle loro memorie, se si eccettua lo stupore per le opere dei grandi pittori e soprattutto per le meraviglie della natura (prima tra tutte la Cascata delle Marmore), l’Umbria viene descritta come una terra povera, nella quale i prigionieri che invocano dalle grate della Rocca Paolina “Forestieri, carità”, descritti dalla scrittrice irlandese Lady Morgan in visita a Perugia, si aggiungono ai mendicanti che invadono le strade assisane e che, con la loro insistenza, disturbano il viaggio del pastore protestante Thomas Henry White. Le città umbre appaiono tristi, desolate e pressoché deserte, a eccezione delle feste religiose e dei giorni di mercato. 

Una promozione turistica del territorio

Con l’unità d’Italia la circolazione diventa più semplice, sia per l’ampliamento della rete ferroviaria che unisce da nord a sud la Penisola, sia perché i passaporti prima necessari per spostarsi da uno stato all’altro ora non servono più. Inoltre, il nuovo establishment ha la necessità di riappropriarsi dei luoghi rappresentativi della città promuovendo nuovi e importanti lavori architettonici e la libertà duramente conquistata infonde una nuova vitalità nelle popolazioni.

E’ in questa temperie culturale che si inserisce l’idea di una promozione del territorio a fini turistici: Girolamo Tilli, intorno allo scadere del secolo e sulla scia delle campagne fotografiche già avviate dai Fratelli Alinari – che, a partire dal 1856, avevano interessato anche l’Umbria – avvia un’iniziativa editoriale che poco aveva a che fare con la sua attività di tipografo. Il progetto nasce con il titolo di Tutta Perugia Illustrata: una dozzina di riprese fotografiche, delle vedute e dei monumenti più importanti di Perugia, stampate in cartoncini al bromuro d’argento e contenenti una didascalia e un numero di catalogo; a partire dal 1904 verranno stampate però in vera fotografia, ossia su cartoncini di carta alla gelatina ai Sali d’argento. Il grande successo riscontrato fa si che già dall’anno seguente il progetto venga ampliato, dando vita cosi alla serie L’Umbria Illustrata: La serie copre un arco temporale che va dal 1905 al 1923 ed è composta da 2.850 soggetti, dei quali 1.060 sono relativi al territorio comunale di Perugia, 191 a Gubbio, 158 a Spoleto, 139 a Montefalco e 132 ad Assisi. L’acquisto delle cartoline, che ebbero un grandissimo successo e furono ristampate fino al 1950, veniva proposto attraverso la sottoscrizione di abbonamenti al costo annuo di 70 lire. La serie comprende anche opere d’arte (255 della Pinacoteca di Perugia) stampate su fondo bianco o nero, che rispondono al nuovo desiderio diffuso di potersi creare “un piccolo museo del cuore [...] di possedere una domestica galleria dei quadri più insigni dei sommi artisti”. Le cartoline della serie, benché rechino soltanto il nome di Girolamo Tilli, sono però il frutto della collaborazione con un dipendente della sua tipografia, Giuseppe Giugliarelli, a cui peraltro Girolamo Tilli lascerà le lastre quando nel 1933 si trasferirà a Nizza. 

La domenica mattina, macchina fotografica in spalla, Giugliarelli, a volte accompagnato dallo stesso Tilli, raggiungeva i paesi e le emergenze architettoniche presenti nelle campagne umbre, in bicicletta o a piedi (soltanto raramente in autobus) e, quando si doveva trattenere una notte per la distanza del luogo da Perugia, chiedeva ospitalità in una casa di contadini, che gli fornivano vito e alloggio in cambio della promessa di tornare a immortalare gli eventi più importanti del nucleo familiare.

Evoluzione di una società

Nel 1910, in occasione del cinquantenario della liberazione dal governo pontificio, Spoleto organizza una mostra fotografica nelle sale del Palazzo del Convitto e nella prima sala sono esposte le cartoline de L’Umbria Illustrata: destano la viva ammirazione di tutti i visitatori e Tilli viene insignito della medaglia d’oro. Del resto L’Umbria Illustrata di Tilli e Giugliarelli “oltre ad essere una delle produzioni artistiche più importanti della nostra regione, ha rappresentato uno dei tramiti più efficaci per la diffusione della conoscenza dell’Umbria in Italia, oltre che un mezzo per rafforzare l’identità culturale regionale”. Infatti l’Umbria raccontata dalle fotografie di Tilli e Giugliarelli ha chiaramente finalità artistiche e turistiche, non mostra né fabbriche, né quartieri popolari “non è altro che quella cantata da Carducci, descritta dalle guide e ricercata dai turisti italiani e stranieri”.

Anche la scelta dell’orizzontale, di gran lunga prevalente rispetto al verticale, vuole comunicare all’osservatore l’idea che in Umbria si può trovare pace e tranquillità, necessaria a poter godere delle bellezze naturali e artistiche della regione. Oggi L’Umbria Illustrata costituisce una fonte importante per narrare la storia, per studiare l’evoluzione della società e del costume, e di ausilio per il restauro di opere d’arte e architettoniche: nelle riprese fotografiche infatti oltre alle vedute, vi figurano monumenti e manufatti architettonici, ma anche oggetti e individui che, se allora servivano ai fotografi ad animare le scene, costituiscono oggi preziose testimonianze di un tempo sempre più lontano in cui la vita, le persone e i mezzi di trasporto erano molto diversi da quelli odierni. Una mostra, curata dal Comune di Perugia nel 2007, aveva un titolo a corredo delle immagini fotografiche di Tilli e Giugliarelli: Un Viaggio nel Tempo e nella Memoria, ed è proprio un viaggio “dell’occhio, della mente, del cuore” quello che le riprese de L’Umbria Illustrata ci invitano a compiere.


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