TESTATA: National Geographic Traveler

DATA DI PUBBLICAZIONE: Settembre - Ottobre 2015

Il segreto dell’Umbria

Situato tra Toscana e Roma si trova il cuore verde dell’Italia: una regione con città ricche di storia, squisite varietà di pasta al tartufo e colline ricoperte di vigneti e oliveti. L’Umbria!

Italia

Popolazione: 61,7 milioni
Continente: Europa
Capitale: Roma
Superficie: 301.340 km²
Lingua: Italiano
Valuta: Euro

Destinazione Italia 

Mi trovo nell’abside del Duomo di Santa Maria Assunta a Spoleto e rivolgo lo sguardo verso l’alto per ammirare una serie di affreschi rappresentanti la vita di Maria. Si tratta dell’ennesima raccolta di affreschi che incontro durante il mio viaggio in Umbria, eppure non ne ho mai abbastanza. Questo capolavoro è l’ultima opera d’arte del pittore rinascimentale Filippo Lippi, completato dopo la sua morte dall’ancor giovane figlio Filippino. I colori sono brillanti e le persone rappresentate nelle immagini sembrano vivere. Quest’opera ha qualcosa di straordinario, qualcosa che attrae l’attenzione e fa scivolare lo sguardo lungo i dipinti, che a loro volta rivelano sempre nuovi dettagli. “Pura bellezza!”, esclama un giovane italiano dagli occhi raggianti proprio accanto a me. Mi indica la scena in basso a sinistra, quella in cui è dipinto l’Arcangelo Gabriele che emana un raggio di luce azzurra che va a illuminare la Vergine Maria.

“È il mio dipinto favorito dell’intera serie. La terza prospettiva, la luce, l’intera opera è brillante!” Gli abitanti dell’Umbria sono orgogliosi della loro arte, la loro cultura e la loro storia. Ed è comprensibile! In questa regione del centro Italia,preservata dalla modernizzazione a causa della sua povertà,ti senti costantemente trasportato in un’altra epoca. 

Siamo alla fine di aprile e la primavera italiana lascia intravedere il meglio di sé. C’è il sole e fa caldo, fiori e alberi sono in piena fioritura. Mentre guido lungo le valli verdi e fiorite dell’Umbria, si profilano all’orizzonte, una dopo l’altra, le piccole cittadine medievali. Questi centri sono stati edificati in modo strategico, in modo da poterli sempre vedere da punti ben precisi. Ponti, cattedrali e palazzi secolari celati tra le colline e le valli formano un suggestivo scenario dove il susseguirsi della storia prende vita. Ogni cosa, ogni gesto ha una propria narrazione: dal vino che mi viene offerto, alle pietre della strada su cui cammino. Mi trovo nel cuore verde dell’Italia, dove città medievali svettano sulle ripide colline come fossero dei nidi d’aquila, dove una quantità enorme di tesori d’arte dal valore inestimabile sono tuttora conservati intatti, dove passato e presente vanno mano nella mano.

Ora capisco perché l’Umbria, spesso paragonata alla Toscana, viene anche chiamata il cuore verde dell’Italia e il motivo per cui la gente ama questa regione.

Assisi ne è forse l’esempio supremo.Il luogo in cui è nato San Francesco, il più importante santo della cristianità, che ha reso questa città il più importante centro religioso dell’Italia dopo Roma. Assisi sembra essere stata costruita nella parete di una montagna, in una posizione assurda. Una strada tortuosa sui cui lati sono piantati alberi di mele e pere in fiore mi conduce in cima alle grotte a circa 800 metri sopra la città, dove il Santo ha vissuto da eremita. Mentre cammino lungo queste grotte, non ho assolutamente la sensazione che passare molto tempo in questi luoghi tra le montagne possa essere stata una punizione. Tutto è talmente sereno rispetto all’affollato centro di Assisi. Tuttavia, tutto il trambusto che mi circonda ad Assisi sembra svanire nel momento in cuivarco la soglia dell’eminente basilica, che si compone di due chiese costruite l’una sull’altra e di un monastero dove vivono circa cinquanta monaci. Si sta celebrando una messa e gli alti cori riempiono l’intero spazio dipinto. File complete di italiani siedono in preghiera, facendosi il segno della croce, mentre monaci che indossano dei sai grigi e neri camminano lungo l’imponente struttura. Vedo un uomo seduto su una delle panche, è solo e guarda davanti a sé.Un posto meraviglioso per stare da soli con sé stessi. Le parole di Paolo, il giovane che ci conduce lungo i più bei tesori d’arte dell’Umbria, interrompono i miei pensieri. “Dopo Francesco molti pellegrini iniziarono a compiere dei pellegrinaggi ad Assisi ed è per questo motivo che si rese necessario costruire la più splendida basilica del mondo. Ci si va!

Mi guardo intorno, lasciandomi sedurre e al tempo stesso trasportare dalla bellezza di quest’opera colossale. La tecnica e le combinazioni di colori delle pitture murali emanano un senso di perfezione: ovunque è presente un profondo blu scuro, che contrasta splendidamente con le pietre rosso-arancione del pavimento e dei muri. I volti dipinti emanano anch’essi talmente tanta emozione da poterla quasi percepire. Nonostante la basilica sia gremita di persone, regna una certa pace e tranquillità. In questo luogo non è consentito scattare foto né parlare, sebbene non ce ne sia bisogno, poiché è la basilicacon la sua imponenzastessa a togliere il fiato.    

Non meno impressionante e altrettanto ricca di storia è la città studentesca di Perugia. Delle moderne scale mobili mi portano in alto fino al centro della città e mentre penso al lusso di non dovermi arrampicare lungo questa ripida salita, improvvisamentemi imbatto in una città sotterranea: la Rocca Paolina.

Francesca, la ragazza italiana che mi conduce attraverso la città mi racconta la sua affascinante storia: “Intorno al 1540 il Papa Paolo III aveva bisogno di soldi e credette di aver avuto una buona idea nel triplicare l’imposta sul sale. Questa decisione ebbe, tuttavia, come risultato che tutta la gente, o quasi, smise di acquistare il sale, il che ovviamente fece infuriare il papa!Per punizione quest’ultimo decise di far edificare una fortezza avente come fondamenta il quartiere più elegante della città. La fortezza fu in seguito demolita, ma il quartiere sotterraneo con oltre sette chiese continuò ad esistere. Poiché il papa per punizione aveva privato la città di tutti i suoi privilegi, Perugia, in passato la città più importante dopo Roma, trascorse un periodo di 300 anni in uno stato di quiescenza”. È così che si conclude il suo racconto.

Sebbene per la gente di altre epoche passate questa condizione debba essere stata terribile, è anche il motivo per cui Perugia è sfuggita alla modernizzazione, restando una città che conserva intatti dei meravigliosi tesori medievali. Alcune nonnette si affacciano alle finestre dalle persiane aperte con dei fiori sul davanzale. Sbircio all’interno delle case dalle porte in legno aperte e mi perdo nei piccoli vicoli del vivace centro cittadino, all’interno dei due anelli di mura etrusche e medievali fino ad arrivare a Piazza San Francesco, dove alcuni studenti si crogiolano al sole distesi sul manto erboso.

Mi aggrego a un gruppetto di ragazze di Città di Castello, una piccola località nella parte settentrionale dell’Umbria. Una delle studentesse sta suonando un ukulele, mentre il resto canta al ritmo della musica. Sono venute a Perugia per studiare scienze politiche e hanno appena dato un esame: “È una piacevole città per studiare,” racconta Emilia. “Perugia non è solo una delle più belle città d’Italia, ma è anche estremamente accogliente. Un’autentica città studentesca!” Ed è proprio questo il dettaglio che colpisce subito: ragazzi in gruppetti si rilassano sui gradini di palazzi medievali nelle piazze, mentre gli anziani chiacchierano per strada o mangiano un gelato lungo il bordo della Fontana Maggiore, la fontana medievale meglio conservata di tutta l’Italia. Qui la gente è allegra e sembra godersi la vita. Non per niente gli umbri sono noti per essere le persone più socievole d’Italia! 

Proprio come nel resto d’Italia, anche in Umbria si mangia bene, volentieri e molto. Dopo aver camminato in lungo e largo per la città mi è venuta fame e vado a pranzo all’Osteria a Priori,un piccolo, ma squisito locale nascosto nel centro storico di Perugia, dov’è possibile gustare la cucina regionale accanto alla gente del luogo. “Guarda”, mormora Francesca, indicando il tavolo accanto al nostro dove una piccola e graziosa bimba siede con la sua famiglia. Tutta la famiglia è intenta a far mangiare alla bambina il piatto di spaghetti. “Il cibo in Italia è cultura e i bambini hanno sempre la precedenza,” ridacchia lei.

In men che non si dica, la nostra tavola è piena di pietanze differenti. Per iniziare, gustiamo la tipica panzanella regionale, uovo con tartufo e taglieri ricolmi di formaggi e tipi di carne differenti da mangiare con la torta al testo, un pane tipico dell’Umbria cotto su un piatto in ghisa, senza sale e risalente ai tempi della famigerata guerra del sale. Seguono pici e strangozzi, due paste tipiche dell’Umbria, al tartufo. In Italia, l’Umbria è la regione del tartufo. Francesca mi spiega che la cucina umbra è nota per essere una cucina rustica dal tocco raffinato: pochi ingredienti, porzioni abbondanti e un sapore delizioso. “Se in Toscana le porzioni sono esigue, qui al contrario il piatto è colmo. Non ti capiterà mai di uscire da un ristorante con quella leggera sensazione di appetito”. E ha ragione. Durante l’intero viaggio ho sempre mangiato a più non posso, se poi lasci qualcosa nel piatto non è educato. Quindi, non ci sono alternative.   

La storia di Assisi, le opere d’arte di Spoleto, la vivace convivialità di Perugia; ogni città dell’Umbria ha il proprio, caratteristico charme. Tuttavia, sono rimasta particolarmente affascinata da Orvieto, una ridente cittadina che si staglia sulla cima di una roccia di tufo. Mi perdo nei vicoli e nelle piccole strade del quartiere medievale, bevo un latte macchiato presso il famoso Caffè Montanucci e scambio qualche parola con qualche giovane e anziano del luogo all’interno delle splendide piazze. Alla fine della giornata la luce del crepuscolo illumina la gigantesca cattedrale gotica della città. Dalle panche medievali di colore bianco e nero, dislocatelungo la piazza e realizzate con la stessa pietra della cattedrale la gente rivolge lo sguardo verso Piazza Duomo e la sua cattedrale. Cammino lungo la piazza e mi lascio sedurre dalla bellezza e la maestosità del Duomo, godendomi la sua atmosfera. Qualche passo più avanti e mi affaccio sulla valle che si estende dinanzi alla città. 

Ora capisco perché l’Umbria, spesso paragonata alla Toscana, viene anche chiamata il cuore verde dell’Italia e il motivo per cui la gente ama questa regione. L’Umbria è la versione più rustica della Toscana, ma in senso positivo: le porzioni sono abbondanti, la gente è accogliente e le città sono autentiche. Questa regione non è ancora affollata da turisti seduti ai tavoli all’aperto di un bar a bere qualcosa, ma vedo piuttosto due anziani seduti su una panca e bambini che si rincorrono lungo la piazza. È la regione in cui verdi valli e laghi montani collegano le città medievali, dove è possibile gustare il migliore vino d’Italia assieme ad una raffinata cucina rustica. L’Umbria è la regione che ti porta in un’altra epoca, dove la gente vive secondo tradizioni secolari.

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