TESTATA: Corriere dell’Umbria

DATA DI PUBBLICAZIONE:17/2/2015

Un viaggio in terra straniera per ripercorrere la storia del proprio padre, soldato e prigioniero di guerra, un percorso di riscoperta che conduce fino al cuore della Valnerina. Questa la particolare vicenda di una storica inglese, che ha lanciato un accorato appello d’aiuto all’associazione Pro Ruscio, per delle ricerche che la stessa sta conducendo circa le vicende di alcuni soldati inglesi, tra cui suo padre, che durante la seconda guerra mondiale furono prigionieri nel territorio umbro. La storia, che ha unito e sta di nuovo creando un profondo legame tra l’Inghilterra e l’Italia, tra un soldato e il coraggio di una famiglia umbra, inizia subito dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, quando alcuni prigionieri di guerra inglesi, dopo essere fuggiti dal campo di prigionia 115 di Morgnano, nei pressi di Spoleto, furono ospitati da una famiglia di Monteleone di Spoleto presso la quale trovarono riparo e accoglienza per una notte.

Ora, nonostante gli oltre settant’anni trascorsi, è la volontà di una figlia quella di scoprire una parte della vita di suo padre, che le fa nascere forte il desiderio di attraversare l’Europa, l’Umbria e l’Italia, lungo il tortuoso asse della storia, per ripercorrere le orme del padre, che da Morgnano è passato per Gavelli, Monteleone, L’Aquila, fino a Venafro in Molise, dove si ricongiunse con l’esercito americano. Nasce così il legame tra la storica e la Pro Ruscio, una ricerca rivolta a ritrovare coloro che ospitarono quei prigionieri dando loro aiuto, che ha come soli indizi degli incerti nomi annotati su alcuni scritti del padre, che raccontano di un Loredano Benvenuti o Benevento.

Proprio agli inizi di febbraio, l’appello lanciato dalla Pro Ruscio ai suoi concittadini, pare aver trovato un riscontro, un indizio prezioso giunto dalle ricerche solerti di Stefano Vannozzi, estimatore e storico della vita della comunità locale. “É forse Pier Luigi Benvenuti da Livorno il nostro uomo?”, si chiede Vannozzi che ha avuto l’idea di chiedere notizie ai due coniugi Alberto e Pasqualina Vannozzi, entrambi adolescenti all’epoca dei fatti. Ed è proprio Pasqualina ad aver ricordato un elegante e distinto signore di mezza età, che rispondeva al nome di Benvenuti, uno dei tanti confinati politici presenti a Monteleone durante la Repubblica Sociale Italiana, che risiedeva come altri in una pensione del corso. Solo un primo indizio, dunque, che andrebbe approfondito con indagini sull’archivio di Stato di Perugia ma anche attraverso i fondi ancora poco indagati dell’archivio storico comunale.

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