TESTATA: Corriere dell'Umbria

DATA DI PUBBLICAZIONE: 11 aprile 2014

Corciano - Un’azienda pensata e realizzata su misura per il figlio. Pochi avrebbero lasciato un lavoro redditizio e di soddisfazione nel campo dell’informazione e della pubblicità per avventurarsi in un’impresa commerciale nuova di zecca, con tutti i pericoli che comporta il dover affrontare da soli, e oltretutto da donna, la crisi economica del Paese ed il mercato dell’effimero come possono essere gli oggetti di carta. Emanuela Miniati l’ha fatto, per amore del figlio Filippo, diversamente abile, per dare uno sbocco al suo ingresso nel mondo del lavoro sicuramente ancor più in salita che per altri coetanei. “Mio figlio aveva finito il suo percorso scolastico nella decorazione pittorica, non poteva andare oltre" racconta “mamma coraggio” seduta alla scrivania della nuovissima sede di “Carta in fiore”, 550 metri quadri su due piani all’insegna del bianco e della luce, in via Brodolini, a Corciano (proprio all’inizio della strada che da Ellera porta a Solomeo).“Ha fatto tre corsi da mastro cartaio della Provincia che dovevano sfociare in un lavoro, ma chi mai glielo avrebbe dato?”. Se per amore non esistono sacrifici Emanuela nel gettarsi in un’impresa sconosciuta e più grande di lei è stata facilitata dall’aver fatto, da ragazza, lo stesso percorso di Filippo, sempre alla Bernardino Di Betto. “Però poi io ho preso un percorso diverso, quello della comunicazione, del marketing. Viaggiavo parecchio. Proveniente dall’ufficio artistico della Perugina sono entrata nello Studio Ciai di Serena Ciai ma quando è nato Filippo nel 1977 mi sono ritirata per cinque anni.

Tornata nel 1992 a lavorare, mi sono occupata della pubblicità per il Corriere della Sera e Telemontecarlo e più in generale dei gruppi Rizzoli, Rusconi, Manzoni, Mondadori”. L'aver lasciato il marketing e l’informazione che le avevano dato tante soddisfazioni ed anche un ottimo riconoscimento economico, è stato solo per buttarsi nella sua impresa a corpo morto, con la formula della Cooperativa Sociale di tipo B, perché dentro ha potuto inserire il figlio ed altri ragazzi diversamente abili che facevano i corsi con lui. Così nel 1998 ha fondato “Carta in fiore” con nove soci. “All’inizio mi hanno aiutato delle persone straordinarie che credevano nel progetto: fare una vera e propria impresa e non un laboratorio protetto. Sul territorio non avevamo altri concorrenti tranne i Mastri cartai di Serena Ciai, allora all’apice del successo, però noi siamo nati come cartiera, con Filippo primo mastro cartaio. Era una situazione diversa da quella della Ciai dove si lavorava anche con carta industriale. Non c’era concorrenza con quello che avevo intenzione di fare”.L’idea di Emanuela era di buttarsi nel settore delle cerimonie, matrimoni, battesimi, cresime, comunioni e nell’oggettistica particolare.“ Ho scelto Corciano proprio perché è un territorio molto sensibile a tutto ciò che è sociale e ho trovato un sostegno straordinario nell’ex sindaco Bruscia”. Quando è partita la piccola azienda era situata in via Grazia Deledda, accolti gratuitamente da Giuseppe Truppa, tipografo e imprenditore. Dopo 5 anni si è trasferita, ospite della Cfm, all’ex Sicel. Il presidente era Giampaolo Dotti di Modena che Li ha ospitati negli ex spogliatoi.

Lì sono stati per altri 10anni. “Nella nuova sede, al primo padiglione Fiordaliso di Ellera, siamo arrivati a gennaio e abbiamo inaugurato il 9 di marzo. Sono circa 550metri quadri di candore, a partire dalle pareti fino alla carta, dall’oggettistica al pavimento in legno chiaro. Open space con un ballatoio, sotto è stata sistemata la cartiera e sopra c’è lo show room con l’esposizione dell’oggettistica per i clienti che, grazie al passaparola, non mancano di certo. I due piani sono collegati da un ascensore in vetro trasparente che si muove a passo di lumaca. Durante le ore di lavoro, dalle 9,40 alle 13,10 nello spazio si respira serenità: i ragazzi lavorano con lena, serietà e attenzione ma anche con il piacere evidente del riuscire a costruire qualche cosa di bello con le proprie mani. C’è chi ritaglia i petali dei fiori, chi prepara i nastri, chi assembla le varie componenti delle bomboniere. In tutto sono16, di cui 10 diversamente abili. Sei impegnati nella cartiera, quattro nel semilavorato. Emanuela Miniti è la presidente della Cooperativa e Massimo il vicepresidente, “ poi c’è una persona addetta ai rapporti con i fornitori, Claudia, la mia assistente, che accoglie i clienti e si occupa delle cerimonie; un ragioniere, Francesco che coordina il lavoro nella cartiera e Carlo Andreas. Il nostro fatturato, ringraziando il cielo, va bene e stiamo crescendo con regolarità”.  


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