Arte, spiritualità, fiori e ruralità nel cuore dell’Umbria

Spello, borgo francescano attiguo ad Assisi, è un esempio di brillante valorizzazione storico-culturale e ambientale grazie principalmente alle condizioni infrastrutturali e logistiche, all’identità storica e alla vivacità culturale in grado di promuoverla, ma anche al tessuto imprenditoriale attento alla qualità, ai modi di produrre e al rapporto con la comunità. A sancirlo è Confindustria, che in partnership con il Touring Club nelle scorse settimane ha individuato nel comune umbro una delle migliori dimostrazioni italiane di “civismo virtuoso”.


Maria Cristina Piovesana, vicepresidente di Confindustria per l’Ambiente e la Cultura, ha parlato espressa mente di “modello Spello”, segno distintivo del “sapere e del saper fare italiano”. L’equilibrio e l’osmosi tra l’incantevole paesaggio naturale umbro, gli antichi saperi manifatturieri che sopravvivono nel dna dell’attuale imprenditoria, l’agricoltura d’eccellenza, il patrimonio artistico e culturale, un dinamico tessuto di servizi ha contribuito allo sviluppo “sostenibile” e “inclusivo” di un territorio in grado di distinguersi per un’offerta di pregio e per questo premiato dalla più grande organizzazione di imprenditori. Spello ha tutte le precondizioni necessarie per trasformare un’area interna in un ambiente per “privilegiati”, specie in una fase di canalizzazione dei nuovi fondi europei anche verso quella ingiustamente chiamata “Italia minore”. Del resto la pandemia ha rivalutato i piccoli borghi ameni e ben organizzati, dove la dimensione umana risponde a logiche di puro equilibrio naturale, lontano dalle disfunzioni tipiche delle realtà urbane provocate dall’affollamento, dal traffico, dall’apostolato del cemento, dallo stress sociale.

L’individuazione della cittadina umbra da parte degli imprenditori italiani non desta quindi sorpresa. L’affascinante borgo, adagiato su uno sperone del Monte Subasio e affacciato su una fertile pianura ad una decina di chilometri da Foligno e ad una trentina da Perugia, è una vera e propria “città museo” immersa nel verde, che garantisce un’altissima qualità della vita agli ottomila residenti.

Del “fare”, incentrato sul buono e sul bello, primeggia l’agricoltura di eccellenza, per lo più biologica e biodinamica, dalla produzione di olio extravergine di oliva Dop (aziende “Acqua bianca”, “Calvarone”, “Le Due Torri”, “Lo Scoglio”, “Ragani”) ai legumi (“Cuore verde”, “La Chiona”), ai tartufi (“Di Paolo”), ai vini (“Filippucci”, “Hispellum”, “Veneri”), alle lumache (“Donati”). Da non dimenticare la tradizione tessile, di cui l’Atelier Roscini è degnissimo rappresentante. Biosamia è il punto di riferimento nella produzione di cosmetici e profumi.



EREDITÀ STORICHE – Un ricco e raffinato patrimonio storico è foriero di una comunità civile e particolarmente sensibile alle relazioni culturali e artistiche. A Spello tutto ciò costituisce indubbio fattore di richiamo. A cominciare dalle numerose testimonianze storiche dell ’Antica Roma quando l’abitato era conosciuto, non a caso, come la “splendidissima colonia Julia”. La nostra attenzione si sofferma innanzitutto su ciò che oggi chiameremmo “importanza del packaging”, ossia sulla splendida cinta muraria in blocchi parallelepipedi di calcare rosa del Subasio. Lunga un chilometro e 800 metri, ottimamente conservata, costituisce fondamenta per quella medioevale. Per addentrarsi nel borgo c’è l’imbarazzo della scelta tra le cinque porte d’ingresso, tutte di epoca augustea. Un tempo strutture di sospensione tra città e campagna, oggi sono strumento di “specola parallela” su entrambe le aree: la Venere, con due torri di Properzio a base dodecagonale, è il principale varco di accesso che c’immerge direttamente nella dimensione storica d’antan del cuore del borgo; la grandiosa Consolare, con tre statue funerarie e una torre sovrastata da un ulivo, che presenta tre ingressi sulla piazza del Mercato, il fornice centrale utilizzato per il passaggio dei carri, i due laterali per i pedoni; la Urbica su via Roma, che presenta simboli ascrivibili, secondo la leggenda, al paladino Orlando; quella dell’Arce o “dei Cappuccini ” (per le vicinanze all’omonimo convento) nel punto più alto del borgo, ad un unico fornice di tre metri di larghezza, che permetteva il passaggio verso il monte; infine l’Arco di Augusto in via Giulia. Il quadro delle testimonianze romane include anche i resti del teatro, dell’anfiteatro (realizzato dal magistrato locale Gaio Alfio Rufo nel I secolo d.C.), delle terme rinvenute nel 2001 e di due ville, tra cui quella cosiddetta “dei mosaici” rinvenuta nel 2005 vicino alla Porta Consolare, costituita da cinque ambienti del IV secolo d.C. con pavimentazioni in mosaico policromo a carattere zoomorfo (cervi, cinghiali, orsi, pantere, ecc.) ed antropomorfo e alcuni resti di pareti affrescate. Un’altra villa rustica romana suburbana, databile al I-II secolo d.C., è stata rinvenuta in via Baldini nel 1979 con tre ambienti termali e una necropoli.


LE CHIESE - Un altro ampio capitolo storico è offerto dalla spiritualità, che qui, come in tutta l’Umbria, ha lasciato importanti tracce artistiche. Emblematica la splendida chiesa di Santa Maria Maggiore, edificata nel XII secolo, con campanile romanico e facciata seicentesca; sul lato sinistro della navata, nella Cappella Baglioni, ospita i coloratissimi e ammalianti dipinti del Pinturicchio (1501) con le immagini dell'Annunciazione, della Natività e della Disputa al Tempio, nonché l’autoritratto dell’autore. Il pavimento della Cappella è costituito da maioliche di Deruta risalenti al 1566. Il Perugino ha firmato i pilastri di accesso al presbiterio, mentre il tabernacolo è di Rocco da Vicenza. Non lontano sorge la chiesa francescana di Sant’Andrea del 1258, che ospita un’altra opera del Pinturicchio, la tavola Madonna e Santi, un affresco di Dono Doni del 1565 e un crocifisso su tavola di scuola giottesca. La chiesa di San Lorenzo presenta in facciata un sorprendente mosaico di epoche storiche: conserva i resti dell ’antico edificio del XII secolo, la loggia è del XII secolo, i rosoni del Cinquecento, gli elementi decorativi del VIII secolo. Interessanti anche le chiese di San Ventura, con affreschi di diverse epoche e il sarcofago medievale di San Ventura, e di San Silvestro, con geni funerari di epoca romana.

Altre chiese, appena fuori dall’abitato, sono la romanica San Claudio e la Chiesa Tonda eretta nel periodo rinascimentale a croce greca e con cupola ottagonale. Piccolo gioiello è la Cappella Tega, dal cognome del sarto Pietro che nel 1921 scoprì gli affreschi quattrocenteschi di Nicolò Alunno e Pietro di Mezzaforte, per secoli nascosti dall’intonaco. Insomma, una visita accurata di questo borgo richiede non poco tempo e particolare attenzione.


GRAZIE DEI FIORI – Il paese laico, colorato dai tantissimi vasi di fiori, vanta, tra l’altro, l’imponente Palazzo comunale in piazza della Repubblica, con un bel portico ogivale, gli storici Palazzi Baglioni e Cruciani e la Torre Santa Margherita, riconosciuta dall'Unesco come monumento messaggero di cultura e di pace, sede della Fondazione Sinisca con esposizione di opere d’arte contemporanee.

Il Museo civico è allestito nel cinquecentesco Palazzo dei Canonici e conserva importanti opere d’arte, tra cui la Madonna in trono con il Bambino, scultura lignea policroma del XIII secolo, il trittico del Maestro dell'Assunta di Amelia, Madonna con Bambino e Santi di Marcantonio Grecchi, il dittico di Cola Petruccioli del 1391, la croce astile in argento dorato di Paolo Vanni del 1398, la tavola del Cristo Crocifisso di Niccolò Alunno e Pietro di Mazzaforte. Inoltre oreficerie, tessuti e oggetti sacri.

Villa Costanzi (o Villa Fidelia), cinquecentesca, è stata creata sulle rovine di un santuario romano ed oggi è uno dei principali scrigni di eventi culturali nella regione.

L’arte ha un’altra “istituzione”: Emilio Greco, protagonista qui di un’esposizione nel 1983, due anni dopo cittadino onorario e nel 1989 donatore di 38 opere acquisite nel patrimonio comunale.

Ennesimo elemento di richiamo turistico sono le infiorate, opere d’arte in composizione floreale create ogni anno in occasione del Corpus Domini, a primavera inoltrata. Un tappeto di fiori e di profumi che oltrepassa il chilometro e mezzo di lunghezza offre soprattutto quadri di arte sacra composti con petali variopinti, rafforzando la vocazione del borgo ai raffinati ornamenti floreali, espressa costantemente con il tripudio di vasi che impinguano i tanti vicoli e i suggestivi scorci suddivisi in tre terzieri, quello meridionale di Porta Chiusa, quello centrale di Mezota e quello settentrionale di Pusterola. Da visitare anche il Museo delle Infiorate.

Se il Covid ha fatto cancellare l’edizione di quest’anno, il volume “Finestre, balconi e vicoli fioriti” (Futura libri), presentato qualche settimana fa, rende omaggio agli abitanti che con passione curano tutto l’anno le finestre, i balconi e i vicoli fioriti, contribuendo attraverso l’arte floreale a promuovere la città. Ma, oltre alle eccellenze “quasi statiche”, Spello è soprattutto dinam


VORTICE DI EVENTI - Soffermandoci unicamente sulle iniziative delle ultime settimane, va ad esempio registrato l’importante protocollo tra l’amministrazione comunale e l’associazione Plastic Free per promuovere la cultura della sostenibilità attraverso la lotta alla plastica e il corretto smaltimento dei rifiuti. L’iniziativa sta già trovando attuazione con un calendario di eventi dedicati alla pulizia di ambienti con il coinvolgimento di volontari. Nutrita anche l’attività convegnistica. Lo scorso 25 settembre, nel borgo umbro s’è svolto il meeting sulla governance politico professionale a cura dei tecnici sanitari di laboratorio biomedico – sono quattromila in Umbria - primo appuntamento dalla costituzione della Commissione di albo nazionale. Inesauribile il calendario degli eventi culturali.

Dal 15 al 17 settembre s’è svolto “StraVagante, festival dei paesaggi”: una carovana di un centinaio di artisti-ciclisti ha trasmesso racconti, storie, canzoni ed immagini

alla comunità locale del borgo umbro, occupando suggestive location come il Mulino a pietra Buccilli sul Monte Subasio, la Fondazione Barbanera con il suo ortogiardino o il Teatro comunale Subasio del 1787 e coinvolgendo cori, la locale filarmonica, Radio Amici di Spello e il “Pedale Spellano”.

Lo scorso 26 settembre alla Chiesa Tonda ha avuto luogo la cerimonia di premiazione del concorso internazionale di poesia “Passaparola” che ha coinvolto oltre duecento autori. Ad ottobre s’è svolta la rassegna delle erbe “Subasio con gusto”. “Performer”, rassegna di sei spettacoli dal vivo, tutti gratuiti, realizzata con il sostegno dei fondi del “POR FESR Umbria 2014-2020”, è andata in scena ad inizio novembre. Ineccepibili le visite guidate del “Sistema Museo” (tipo “Spello di vicolo in vicolo”), per ammirare affacci panoramici, beni artistici e monumentali, vicoli silenziosi e romantici i cui muri, dall’armonico bianco e rosa delle pietre del Subasio, trasudano millenni di narrazioni.

Infine a soli 15 minuti da Spello pavoneggiano le celebri Fonti del Clitunno, parco di 10mila metri quadrati che oltre a custodire le sorgenti del fiume ospita il Tempietto del Clitunno, patrimonio dell’Unesco. In località Fontevecchia si trovano sorgenti di acqua sulfurea, sede di stabilimenti termali e strutture di ricettività.


COME ARRIVARE

Da Sud, dall’autostrada A1 uscire ad Orte, immettersi nella superstrada E45 in direzione Terni-Spoleto e proseguire verso Foligno, fino all’uscita di Spello.

Da Nord uscire a Valdichiana, quindi SS75 bis che costeggia il lago Trasimeno, poi superare Perugia in direzione Foligno fino all'uscita per Spello.

COSA MANGIARE

Come primo spiccano i piatti accompagnati dai tanti legumi (ceci, fagioli, cicerchie, ecc.), gli gnocchi di patate rosse di Colfiorito al ragù d'oca, l'insalata di rapunzoli (ravanelli).


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