Sbirciando tra le lunghe orecchie pelose di un asinello o camminando al passo breve e costante dei bambini, andiamo a scoprire la fiorita di Castelluccio di Norcia, che non è solo una rinascita di primavera, ma anche un riscatto dal duro destino del sisma del 2016, dalle chiusure del lockdown e dall’oblio di un territorio marginale


Giuditta ha gli occhi grandi e languidi. La frangia lunga copre appena le lunghe ciglia nere. Cammina con passo sicuro, la testa alta. Ed è bellissima, simpatica, affidabile e anche affettuosa. In pochi minuti siamo tutti innamorati di lei. Soprattutto la nostra piccola bimba di tre anni, che rimane “in galoppa”, come dice lei, per più di due ore, senza mai stancarsi, nella prima lunga passeggiata a dorso di asinello della sua vita. Guidati dal ritmo rassicurante degli zoccoletti del ciuco abbiamo attraversato campi di fieno profumato e secolari foreste di castagni, dissetandoci alle sorgenti fresche e segrete che sgorgano dalle grotte calcaree delle pareti del Monte Mutaro. Per finire, stanchi e soddisfatti, a gustare un ricco picnic a base di ricotta, pecorino, norcineria, farro, lenticchie e pane caldo, sotto le fronde ombrose di un’immensa quercia, un matusa di guardia al passaggio di Nottoria da oltre quattrocento anni. Accarezzati dalla brezza pomeridiana che sapeva di paglia e di bosco spruzzato dalla pioggia, abbiamo ascoltato Roberto, il nostro “mulattiere”, raccontare le storie del territorio di Norcia, fatte di altalenanti periodi di fama e splendore, povertà e oblio, fatica e paura, isolamento, affollamento, tenacia e rinascita. Terrremoti, guerre di confine, lunghi inverni di neve e pace interiore, santi benedetti e guerrieri moderni che combattono avventi avversi e burocrazia. Discorsi di vita e di fato, mentre i bambini continuano felici e indaffarati a spazzolare, accarezzare, nutrire, stropicciare, coccolare e portare al guinzaglio i docili e pazienti asinelli. Ci culla il passo ritmico e uguale della carovana, la leggerezza di camminare senza bagaglio, la libertà di non dover pensare alla fatica dei più piccini, la sensazione di vivere un’avventura senza tempo. Gesti semplici e piccole scoperte: un’emozione che non si dimentica facilmente, un’esplosione di gioia e di pace che tornerà in mente ogni volta che si avvertirà il sentore del cuoio o si lasceranno scorrere le dita sul pelo morbido di un cavallo. Un ricordo indelebile, come il tuffo del giorno successivo nell’incredibile scacchiera di colori brillanti e vivaci della “fiorita” di Castelluccio: bianco, giallo, rosso, azzurro, viola, che si alternano a fasce monocromatiche formate da migliaia di corolle di lenticchia, cicerchia, papavero, senape selvatica, camomilla, leucantemo e persino dei rari, delicati fiordalisi.

Un micromondo quasi uguale alla Steppa

Prima li abbiamo ammirati dall’alto, con un trekking lungo, ma facile che aggira il Pian Grande, salendo sulle dorsali del monte Ventosola e Vetica: sembrava di volare su una grande tovaglia patchwork di primavera. Poi siamo sprofondati completamente nel colore, passeggiando direttamente sul bordo dei campi, immergendoci nelle sfumature cromatiche, cercando di riconoscere ogni fiore, di memorizzare ogni curioso e incredibile abbinamento di boccioli e petali. Oggi ci sono Cristian e Dennis a parlarci del magico mondo della Sibilla: un castellucciano doc - erede di una famiglia che da più di un secolo coltiva lenticchie, patate e cicerchie nella Piana e che oggi si è inventato anche la birra al farro, miele, roveja o lenticchia - e un umbro di adozione, arrivato dall’Albania ormai trent’anni fa, che dal 1995 alleva le sue pecore nel pascolo eccezionale dell’altopiano, in questo micromondo, dall’ecosistema simile alla steppa. Ci raccontano soprattutto del grande terremoto del 2016, quello che ha spaccato la montagna, che ha fatto tremare la terra sino ad aprire una fenditura profonda sul versante sud del Vettore e che ha raso letteralmente al suolo l’antico borgo di confine, che difendeva i territori di Norcia dalle ambizioni marchigiane. “Da noi il Covid ha cambiato poco - ci dicono - l’emergenza vera è ancora il sisma, che ha bloccato la strada per mesi, ha fermato il turismo, ha impedito la semina e la transumanza estiva, ha fatto chiudere le nostre attività. Noi siamo in lockdown da allora”. Ma la vita sopravvive e la natura, con la sua incredibile magia, prosegue il suo ciclo. In questo caso, però, è grazie anche e soprattutto alla tenacia di questi produttori, trecento soci in tutto, che hanno continuato a coltivare e pascolare nella piana con le tecniche tradizionali, rispettando il delicato equilibro di questo specchio carsico, una conca glaciale circondata da monti di circa millesettecento metri d’altezza. Quasi ogni mattina, la bruma regala lo spettacolo del mare di nebbia che sgorga dal passo, un incanto per i viaggiatori di passaggio, ma con 135 giorni di gelo l’anno, decine di ristagni stagionali e inghiottitoi carsici, una scarsità di piogge estive al limite della siccità e, nello stesso tempo, un’umidità elevata nelle mezze stagioni, l’altopiano sembrerebbe un luogo estremo, poco adatto alla produzione agricole. Invece, grazie a una secolare selezione di sementi e alla costanza dei coltivatori, ogni anno, il miracolo della fioritura si ripete. Per garantire il ciclo biologico naturale i terreni non sono diserbati: farro, orzo, lenticchie e roveja sono seminati senza essere ripuliti dai semi di papavero, senape o fiordaliso, così che, queste piante, considerate altrove “infestanti”, possano contribuire a drenare e arricchire il povero terreno calcareo.

È qui che cresceva semi-brado il Cinghiato di Sant’Antonio, un maialino risalente a una selezione del XIII secolo, immancabilmente rappresentato nelle iconografie dei pittori della scuola del Perugino nelle scene bucoliche, ai piedi dei Santi. Grazie a un progetto dell’Università di Perugia, nel 2007, Ilaria e Alessandro de Il Casale de li Tappi, assieme ad altre aziende del territorio, hanno iniziato a ricreare il fenotipo degli affreschi, da pochi esemplari sopravvissuti. Oggi il simpatico porcello, ignaro di cotanta fama, pascola felice negli spazi aperti della Fattoria Didattica, assieme ad altre curiose eccezionalità: le vanitose e bellissime galline Moroseta, dalle piume morbide come pelo d’angora e dalle stupefacenti uova rosa, le buffe Araucana senza coda, dalle uova blu, le Amrock coccolone, dalle belle striature dorate e dalle uova verdi oliva, che amano essere accarezzate come animali da compagnia. Di nuovo restiamo stupiti dalla magia del colore che porta con sé; per la nostra bimba, un’altra piccola emozione di semplici gesti da non dimenticare: infilare la mano nel nido del pollaio per scoprire la sfumatura dell’ovetto appena deposto. Mai come in questo periodo di restrizioni, visto che non è possibile allontanarsi verso mete esotiche, vale la pena di salire sul dorso comodo di un asinello e godersi, attraverso due lunghe orecchie pelose, questo spettacolo unico al mondo, abbinando fiori e uova, petali e salami.

La lenticchia, la birra e la cioccolata

La Lenticchia IGP di Castelluccio di Norcia è ormai famosa e fortunatamente protetta da tre generazioni.

Un riconoscimento per questa varietà speciale, dal seme piccolo, ma dal sapore intenso, capace di resistere alle eccezionali condizioni climatiche dell’altopiano sibillino. La famiglia Coccia, come gli altri trecento soci della Cooperativa della Lenticchia, la produce direttamente ed esclusivamente sulla Piana, con tecniche che rispettano l’ecosistema, confezionata localmente e commercializzata sul sito www.saporidinorcia.it o, in stagione, nell’open-shop direttamente sul campo. Allo stesso indirizzo internet o nella piccola bottega si possono trovare anche gli altri

legumi per cui il territorio è famoso: roveja e cicerchia, oltre che ceci, fave, piselli e fagioli. Ci sono poi i cereali antichi, come il farro, l’avena e l’orzo. La novità del 2020, è invece la Birra +1452, che deve il suo nome all’altitudine della Piana, prodotta nelle varietà Vettore (con Lenticchia IGP), Fiorita (con miele di Castelluccio), Pilato (con Roveja di Norcia), Sibilla (con Farro Perlato di Norcia). Cristian, il suo “inventore”, l’ha dedicata alla magia dei suoi monti e sogna di riuscire ad aprire un birrificio locale con degustazione, per tornare a sorridere nel borgo distrutto dal terremoto e spopolato dal Covid. Anche Arianna, la titolare della Cioccolateria Vetusta Nursia, è un’altra che non si arrende. Nel suo laboratorio hanno continuato a produrre dolcetti e uova di Pasqua, sin dalla primavera successiva al sisma o in piena emergenza Covid: un “dolce” angolo di speranza e fiducia nel futuro, nonostante le difficoltà. “Appena possibile vogliamo riaprire le visite guidate alla nostra Fabbrica di Cioccolato!”, ma intanto possiamo gustare tavolette dai gusti più curiosi, come tartufo, cannella, pinoli, farro soffiato, liquirizia o caramello, tartufini alla menta o allo zenzero, cioccolata rosa, creme spalmabili golose, dolci babà al rum in barattolo, liquori al cioccolato. (viale della Stazione 41, tel. 0743.817370, www.cioccolateriavetustanursia.it)

Si tratta di un totale di tre itinerari: due a piedi e uno a dorso degli asinelli.
Primo itinerario

Anello del Pian Grande

Punto di partenza e arrivo: Pian Grande

Lunghezza: 10 km circa

Durata: tre/quattro ore circa

Difficoltà: per famiglie

Dislivello: meno di 100 metri, se si esclude la salita al monte

Note: attenzione, le coltivazioni fiorite che si possono ammirare sono campi coltivati con fatica dagli agricoltori locali. Gli escursionisti sono pregati di non calpestare le piante di lenticchia (quelle con piccoli fiori bianchi e foglie verdi), nemmeno per una foto ricordo. Si deve camminare esclusivamente a bordo campo o nei pascoli non seminati, rispettando le recinzioni, anche quelle realizzate con un semplice filo.
Dal parcheggio camper autorizzato più vicino alla salita di Castelluccio, sulla strada per Forca di Presta, si attraversa la strada verso le strutture della piccola rivendita di prodotti locali della Cooperativa della Lenticchia di Norcia, che offre le produzioni dei suoi trecento soci, dalla piccola IGP sino a zuppe elaborate, cereali antichi e persino birre (ideali per una bevuta rinfrescante al ritorno). Si segue quindi il sentiero a bordo campo (rigorosamente senza calpestare le coltivazioni), costeggiando le fioriture di Piè Laicina, verso sudovest e allontanandosi dal borgo sino alla chiesina sul costone di Poggio di Croce, sotto il rimboschimento di abeti a forma di Italia. Qui è necessario proseguire ancora a bordo campo (non sempre sul sentiero segnato, talvolta si può incontrare erba alta) sino al secondo parcheggio camper, oltre le strutture dell’allevamento, di fronte al Ranch Sibillini. Attraversando l’asfalto ci si inoltra nella piana opposta in maniera perpendicolare, costeggiando il recinto dei cavalli. La meta è la valle del Bonanno, in mezzo ai monticelli La Rotonda e Guaidone, che permette di raggiungere il Pian Piccolo. All’altezza della roulotte dei pastori si può salire a mezza costa a destra, sulla cima più bassa del Monte Guaidone (1484 m.), per raggiungere la torretta diroccata. Attraversando tutto il piano, si incontra una strada/fosso perpendicolare, già in vista dell’asfalto per Forca di Presta. Seguendolo a sinistra, si aggira il monte e si torna, camminando “a vista”, al parcheggio di partenza, seguendo le piste delle mucche al pascolo o dei trattori.

Secondo itinerario La cornice del Pian Grande

Punto di partenza: Passo di Pian Grande - Rifugio Perugia

Punto di arrivo: Castelluccio di Norcia

Durata: 5 ore

Dislivello: massimo 300 metri

Difficoltà: non impegnativo, ma per escursionisti allenati

Note: il sentiero non presenta difficoltà né di passo né di orientamento, ma seguendo la dorsale delle vette, effettua numerosi saliscendi, per un totale di 850 metri circa di dislivello complessivo. Non sottovalutare l’impegno totale per effettuare l’anello, eventualmente rientrare per la stessa strada oppure organizzare un rientro con una seconda auto a Castelluccio. Lasciare l’auto al parcheggio del Passo sulla strada per Castelluccio, subito dopo il Rifugio Perugia (1524 m.) e salire a piedi sulla traccia di mulattiera ben evidente a sinistra, indicata come S.I, (Sentiero Italia), come Cai n° 19 e come Cammimo delle Terre Mutate. Si risale dolcemente, con una splendida vista su tutta la Piana, sul costone subito sotto la vetta del Monte Ventosola (1718 m.), sino alla selletta di raccordo dei vari sentieri. Qui, il percorso mtb e il Cammino delle Terre Mutate proseguono sulla carrareccia, mentre a piedi consigliamo di proseguire la salita sul sentiero n° 19 verso la cima del Calarella (1658 m.) e poi del Vetica (1714 m.) e del Valle Sirica (1748 m.). Qui si ritrova la mulattiera delle bici e delle Terre Mutate e si può scegliere di tornare indietro per chiudere l’anello. Se si vuole proseguire ancora ci si inerpica sul G.A.S. (Grande Anello dei Sibillini), sul sentiero della vetta del Tosto (1777 m.), abbastanza ripido come vuole il suo nome, proseguendo poi in discesa sino a Coste Forconi. Da qui, si devia bruscamente a destra e in discesa, verso la strada sterrata di Coste Terre Nere Alte, che passando sotto Poggio di Croce raggiunge Costa le Prata e arriva infine a Castelluccio. Si può tornare al Passo di partenza con il sentiero n° 60 che passa dietro ai campi sotto Pie Laicina e Casaleto Guglielmo, tralasciando la discesa verso l’inghiottitoio e proseguendo per l’ultimo tratto sul bordo della strada asfaltata.

Piana di Santa Scolastica con gli asinelli

Punto di partenza e arrivo: Paganelli

Durata: una giornata

Difficoltà: per tutti e per bambini

Note: l’escursione presentata è solo una delle tante proposte dall’asineria La Mulattiera di Roberto Canali, personalizzabili a seconda dei partecipanti. Da quando il sisma del 2016 ha reso inagibile il rifugio di Ancarano e la bella asineria di Roberto, il trekking guidato con i ciuchini parte da un comodo e attrezzato maneggio a Paganelli di Norcia. Dopo aver spazzolato, coccolato e fatto amicizia con gli animali dalle lunghe orecchie e l’animo gentile i bambini possono montare sul loro asino, che è bardato con una sella apposita, simile alla “monta americana”, con un arcione che permette anche ai più piccoli di reggersi senza paura di cadere in avanti. La cavalcatura sarà condotta a mano da uno dei genitori, mentre l’altro potrà restare al fianco dei più piccini o godersi la passeggiata in libertà con chi è già più sicuro in sella. Generalmente c’è un asino libero, che può essere utilizzato per i bagagli o per chi volesse riposarsi un po’. Il percorso segue le carrarecce e mulattiere verso Valcaldara, in una zona di coltivi e di boschi molto ricca di fauna, ai margini del Parco Nazionale e del territorio di San Pellegrino. Restando sui sentieri e sulle piste nascoste, si aggira il Monte Mutaro, passando per la bella Fonte Murata, una risorgiva calcarea in una grotticella, rimaneggiata nei secoli dall’intervento umano. Attraversando lo spettacolare castagneto di Frascaro si scollina verso Nottoria e la sua quercia secolare, dove pranzare al fresco, per poi rientrare verso Savelli, sosta ideale per la fonte fresca e per la presenza di un piccolo bar, ideale per caffè e gelato.

COME ARRIVARE

In auto: Castelluccio si raggiunge da Norcia con la Provinciale 477 per Forca Canapine e Arquata del Tronto, in circa 30 km. Norcia si raggiunge da nord-ovest con l’uscita dall’autostrada A1 (Firenze-Roma) Valdichiana, proseguendo per Perugia sulla E45 e poi per Spoleto; 5 km prima di Spoleto uscita per Norcia. Da sud-ovest, con la A1 (Firenze-Roma), uscita al casello di Orte, proseguendo per Terni, poi per Spoleto; a 5 km da Spoleto, uscita Norcia. Da nord-est a sud-est: con la Bologna-Taranto A14, uscita San Benedetto del Tronto, proseguendo in direzione di Ascoli Piceno, poi direzione Roma, prima di Arquata del Tronto, uscita per Norcia. In treno e autobus: la stazione ferroviaria più vicina è Spoleto (linea Roma - Ancona, 40 km, www.trenitalia.it), collegata poi con autobus (circa tre corse al giorno), linea Busitalia (www.busitalia.it). In aereo: l’aeroporto Perugia San Francesco d’Assisi dista 90 km da Norcia ed è collegato con voli da Palermo, Catania, Lamezia Terme e Cagliari, www.airport.umbria.it.

QUANDO ANDARE

Le fioriture del Pian Grande, Pian Piccolo e Pian Perduto si susseguono da metà maggio a metà luglio, cominciando a metà maggio con il giallo della senape selvatica e il bianco della camomilla, macchiandosi di blu dello specchio di Venere a fine mese.

A giugno cominciano le lenticchie, screziate con la macchia ondeggiante del rosso dei papaveri. A luglio completa lo spettacolo il viola dei fiordalisi.

NORCIA

Anche Norcia, come Castelluccio ha subito pesantissimi danni dalle due scosse telluriche di agosto e di ottobre 2016: edifici pubblici e privati sono crollati o sono stati dichiarati inagibili e abbattuti per garantire la sicurezza in città e nelle campagne.

Finalmente, a cinque anni dal terribile sisma del 2016 che ha praticamente raso al suolo il simbolo della città (la Basilica di San Benedetto) ad aprile 2021 è stato firmato il Piano di Sviluppo Regionale per iniziare e, forse, velocizzare la ricostruzione.

Al momento di andare in stampa, la situazione ricettiva e di visita al borgo del Santo Patrono d’Europa è ancora piuttosto carente. Segnaliamo, tra le poche strutture aperte e capaci di accogliere i turisti (pandemia permettendo): l’Agriturismo Il Casale nel Parco, località Fontevena 8, tel. 0743.816481, www.casalenelparco.com.

DOVE MANGIARE E DORMIRE

Al momento di andare in stampa, non è ancora possibile pernottare a Castelluccio, a causa dei danni del sisma del 2016, che hanno fatto dichiarare il borgo “zona rossa”, ben prima del Covid. Alcune novità sono promesse per l’estate, ma ancora non ci sono conferme.

Azienda Agricola Il Casale de li tappi, via Case Sparse 525, loc. Opaco, Norcia, tel. 0743.828041, www.ilcasaledelitappi.it; un esperimento perfettamente riuscito che mette insieme l’allevamento all’aperto del ritrovato suino cinghiato di Sant’Antonio, allevato semi-brado, con una fattoria didattica con asinelli, capre nane, galline dalle uova colorate e animali da cortile. Nello stesso spazio, il laboratorio di norcineria lavora artigianalmente le carni suine per realizzare ogni prelibatezza della migliore tradizione, mentre l’area picnic offre un ampio spazio attrezzato di tavoli e bbq, dove poter cucinare alla brace e consumare le specialità appena acquistate, anche con un servizio di “coperto” offerto dalla casa. Ristobar l’Altopiano, via degli sciatori, Castelluccio di Norcia, tel. 338.1862512, www.ristobarcastelluccio.it; la trattoria e zupperia di Tonino e Isolina, trasferito dopo il sisma nella struttura anti-sismica chiamata Il Deltaplano, pur non potendo più offrire camere e appartamenti, continua la tradizione di servire ottime zuppe e insalate con lenticchia IGP, farro, roveja, antipasti, carne alla brace e dolci fatti in casa. Agriturismo Il Sentiero delle Fate, Castelluccio di Norcia, tel. 0743.821188, www.agriturismoilsentierodellefate.it.

Il ristorante, il caseificio e il negozio di questa famiglia norcina doc, da generazioni

allevatori sulla Piana, si sono trasferiti nelle nuove strutture antisismiche del Deltaplano, continuando a resistere nonostante le avversità, per offrire il meglio del territorio.
CON CHI

Il nostro riferimento per eccellenza è Roberto Canali, guida ambientale escursionistica e accompagnatore di media montagna, da anni una vera “istituzione” per il turismo lento ed esperenziale, che ha formato e ispirato decine di guide in tutta Italia, ormai “convertito” alla passione per asini e ciuchi. Purtroppo, dal 2016, la sua bella Asineria al Rifugio di Ancarano è inagibile, ma resta in attività con la Cooperativa La Mulattiera, tel. 339.4513189, su FB: mulattieratrekking, www.lamulattiera.it. Con Roberto, su tutto il territorio dei Sibillini, si possono organizzare trekking guidati in famiglia, ma anche self-guided tour, con asinelli o muli “a nolo” di uno o più giorni, con pernotto in tenda o in strutture affiliate, seguendo i suoi roadbook e le mappe dettagliate, con tutte le indicazioni, dalla fonte al punto ideale per la sosta. E se non si desidera passeggiare scortati dalle orecchie pelose, Roberto ha anche un gruppo di guide per le escursioni a piedi Norcia Trekking. APPUNTAMENTI

Per la stagione estiva è in programma la Campagna #castelluccioapiedi, promossa da Cammino Terre Mutate, per evitare la salita in auto nel periodo della fioritura e il relativo affollamento. Un progetto per comunicare possibilità alternative di spostamento, in e-bike, con il trekking e con i muli: è previsto un calendario di weekend guidati, con escursioni di due giorni, partendo da Norcia.

INFO UTILI

Ufficio Turismo Comune di Norcia, via Solferino 22, tel. 0743.828173, Casa del Parco di Norcia, via Solferino 22, tel. 0743.817090. (Entrambe le sedi stanno aspettando di essere riportate in piazza San Benedetto dopo l’evacuazione dal sisma).

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